Arriva la stagione 2023-24 con varie nuove idee e progetti, ma parliamo anche di The Bear, cristianesimo, Carlo Rovelli, Neolitico, Ezra Pound, Carol Dweck, Dio di illusioni e A qualcuno piace caldo
In questo momento sento solo dolore. Non vi preoccupate: non è una frase che intende delineare la natura del mondo, o presentare un’impostazione di stampo esistenzialista. Sento dolore perché sono pieno di quelle che dalle mie parti chiamiamo le “carni matte”, gli indolenzimenti dei muscoli che si sono usati troppo, dopo un riposo eccessivamente lungo.
Ieri pomeriggio, infatti, ho avuto la malsana idea di dir di sì ad una partita di calcetto, sport che ho amato e che ho praticato abbastanza a lungo – pur senza eccellere – e che però non “frequentavo” più da almeno sei o sette anni. E se a 25 anni una pausa nell’attività sportiva non crea troppi problemi, a 44 appena compiuti il rimettersi letteralmente in gioco non è facilissimo.
In compenso abbiamo vinto e, considerando che da un certo punto in poi non riuscivo più a correre, ho giocato anche meglio del previsto. La prossima partita, forse, la farò a 50 anni, ma per un pomeriggio – con tra l’altro 36 °C, che sotto al tendone del campo si sentivano tutti – mi sono divertito.
Perché ho cominciato la newsletter storico-filosofica parlandovi di una cosa che non c’entra nulla né con la storia né con la filosofia? Solo per il desiderio di staccare e proporre un tema diverso? No, in realtà c’è un motivo un po’ più serio, dietro questo avvio: in questo settembre sto ripensando molto a come far evolvere il canale YouTube e tutte le attività ad esso collegate, che continuano a crescere ma che ogni tanto hanno bisogno di una piccola “revisione”.
Ed è arrivato appunto il momento di fare il “tagliando” ai nostri mille progetti. Più avanti, nella sezione Quello che ho pensato, vi presenterò alcune idee a cui sto lavorando, e che diventeranno ancora più evidenti nei prossimi giorni (tenetevi liberi, in particolare, martedì sera, quando farò una diretta apposita sul tema). Qui posso riassumervi, però, i due principi fondamentali che credo mi ispireranno: da un lato un ritorno ai “classici” (e vi spiegherò cosa intendo), dall’altro un maggior coinvolgimento personale e umano. Continuate a leggere e capirete di più.
Intanto cominciamo con le solite rubriche della newsletter, partendo cioè dai libri.
Quello che ho letto
Non c’è nessun libro finito, questa settimana, in lista, ma almeno una importante e famosa aggiunta (ormai i volumi da completare iniziano ad essere tanti). Partiamo.
Mindset di Carol Dweck: di Mindset, il più famoso libro di Carol Dweck, vi ho parlato già nelle scorse settimane. Se non vi ricordate, si tratta di fatto di un libro di psicologia in cui l'autrice, prestigiosa docente universitaria americana, presenta il risultato di una serie di esperimenti sociali condotti lungo tutta la carriera e relativi all'educazione e alla formazione. L'idea della Dweck è tutto sommato semplice: tramite vari esperimenti ritiene di avere osservato che gli studenti crescono di più e ottengono maggiori e migliori risultati scolastici se non vengono troppo elogiati per i loro talenti naturali o per le loro capacità innate, quanto piuttosto per la loro voglia di mettersi alla prova e di fare. Le sue analisi, infatti, sembrano confermare che chi ha una mentalità fissa, troppo sicura di sé, non è in grado di assorbire adeguatamente gli errori e le sconfitte e finisce per sviluppare anche una certa tensione e paura davanti a ciò che mette a repentaglio l'autostima, mentre chi è di mentalità più aperta alla fine riesce ad uscire vincitore da diversi problemi. Il tema è molto interessante e ne ho parlato anche in qualche video, ma il problema del libro è che sfrutta questa spunti di partenza per creare sostanzialmente un volume di self-help, rimarcando infinite volte lo stesso concetto e declinandolo in mille modi diversi. La Dweck parte infatti dalla scuola ma poi, nel giro di pochi capitoli, passa a sciorinare lo stesso mantra nello sport, nel mondo dell'imprenditoria, nelle relazioni umane ed affettive e in mille altre situazioni della nostra vita quotidiana. Insomma, un libro bello ma anche ripetitivo, e non sempre dal taglio scientifico, visto che pare di essere davanti a una divulgazione da talk show pomeridiano più che ad un saggio propriamente detto. Ormai, comunque, sono ben avviato verso la fine e penso che prossimamente tireremo le somme. Se vi interessa, lo potete acquistare qui.
L’ordine del tempo di Carlo Rovelli: stimolato dal fatto di aver letto che a Venezia in questi giorni è stato presentato un film di Liliana Cavani tratto da L'ordine del tempo di Carlo Rovelli, ho preso in mano il libriccino di qualche anno fa del celebre fisico e divulgatore e mi sono messo a leggerlo. Di Rovelli ho già letto altre cose in passato, come ad esempio, molto banalmente, le celebri Sette brevi lezioni di fisica che qualche anno fa hanno avuto un successo straordinario in tutto il mondo. Quest’altro volumetto, sempre pubblicato da Adelphi, non l'avevo però mai letto e l'idea che ci si potesse addirittura trarre un film mi ha incuriosito. In realtà non so bene come la Cavani (e lo stesso Rovelli, che se ho capito bene è tra gli sceneggiatori) ne abbia tratto una storia e cercherò di informarmi meglio, ma di per sé il libro del fisico veronese è semplicemente una panoramica molto chiara e divulgativa dei progressi fatti dalla fisica contemporanea nei confronti dell'idea di tempo. Non l'ho ancora finito, anche se obiettivamente lo si può leggere in poche ore e conto di portarlo a termine in fretta, ma già posso dire che vi si ritrovano idee che ogni buon appassionato di scienze conosce ormai a menadito, anche se spiegate in maniera molto accessibile. Tutta la prima parte, infatti, è dedicata a far comprendere come la relatività einsteiniana abbia fatto saltare in aria la nostra tradizionale visione dello scorrere del tempo, dimostrando che non esiste un tempo assoluto, che non esiste la simultaneità e che il tempo scorre in maniera sempre diversa a seconda del punto di riferimento. Andando avanti, poi, si inizia ad indagare anche il ruolo del tempo in prossimità dei buchi neri e insomma ci si avvicina alle medesime cose che si possono vedere raccontate, quelle sì in forma narrativa, all'interno ad esempio del film Interstellar di Christopher Nolan. In ogni caso Rovelli ha un indubbio pregio: la capacità di presentare concetti difficili e decisamente controintuitivi in modo abbastanza comprensibile anche per i profani. Se il libro vi interessa, anche perché permette almeno in parte di avvicinarsi a concetti che sono oggetto pure di una buona parte della filosofia contemporanea, lo potete comprare qui.
Dio di illusioni di Donna Tartt: vi ho già parlato in passato anche di Dio di illusioni, il romanzo di Donna Tartt che ho scoperto tardivamente e che sto leggendo in queste settimane dopo che l’ha già letto praticamente mezzo mondo. Come anticipavo un paio di settimane fa, già dalle prime battute si capisce bene come possa aver avuto così tanto successo: ambientato in un prestigioso ma non troppo elitario college del nord-est degli Stati Uniti, si focalizza su un piccolo gruppo di amici, isolato rispetto al resto degli studenti; un gruppo di amici che non solo studia gli antichi greci, ma sembra avere anche molte cose da nascondere. Non so perché ma gli americani, ogni volta che parlano di filologia classica, ci devono in qualche modo infilare dentro un giallo e qualche astrusa bugia, oltre che un clima pesantemente macabro: prendete infatti all'atmosfera de Il talento di Mr. Ripley, mescolatela con quella de L'attimo fuggente e avrete Dio di illusioni, ma anche una manciata di altri libri o film dello stesso tenore. Si badi bene, non intendo dire che il romanzo della Tartt sia banale o scontato, ma semplicemente che si fonda su alcuni cliché che però riesce in qualche misura a sublimare, creando una storia comunque affascinante. Per il momento sono poco oltre la metà del romanzo, ma tutti gli elementi principali sono già stati messi in campo e anche i due primi grossi colpi di scena si sono verificati. Vedremo come andrà a finire. Intanto posso dire che si tratta di una lettura leggera ma non stupida, intrigante pur senza essere troppo sorprendente. Lo potete acquistare qui.
Quello che ho visto
E passiamo ora, inevitabilmente, ai film e alle serie TV.
Ezra in gabbia (2018), di Leonardo Petrillo, con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini: uno dei vantaggi dello streaming, per la verità non ancora pienamente sfruttato, è quello di poter offrire praticamente in qualsiasi momento non solo le novità cinematografiche e moltissime serie TV, ma anche il vecchio catalogo storico. In linea teorica, visto anche lo scarso appeal dei film in bianco e nero, le piattaforme potrebbero infatti garantirci con una spesa molto contenuta una serie di vecchi film introvabili ma validi, oltre a qualche proposta di qualità. Al di là di Amazon Prime Video, che in effetti qualche buon vecchio film lo propone e di cui abbiamo spesso parlato, l'unica piattaforma mainstream che fa tutto ciò è però per ora solo RaiPlay, che anzi secondo me dovrebbe insistere ancora di più in questa direzione. Navigando all'interno del sito della nostra emittente pubblica si possono scovare infatti diverse piccole gemme, anche se ci sono ancora degli assenti di lusso. E poi, soprattutto, RaiPlay offre anche cose diverse dai film: ci sono concerti, opere liriche, rappresentazioni teatrali ed altro ancora. E proprio esplorando questo catalogo mi sono imbattuto in un'opera che non conoscevo ma che mi ha subito incuriosito: Ezra in gabbia, una pièce evidentemente dedicata alla figura e alla storia di Ezra Pound. Pound è oggi forse noto ai più soprattutto per aver dato, suo malgrado, il nome a un movimento post-fascista, quello di CasaPound, nome che tra l'altro i suoi eredi non amano particolarmente. In realtà però bisognerebbe staccare la storia e la vicenda del poeta, che pure fu molto controversa, da quella di CasaPound e della politica odierna. Ezra Pound, infatti, è stato senza dubbio uno dei più grandi poeti del Novecento: nato negli Stati Uniti sul finire del XIX secolo, si è stabilito gli anni '20 in Europa, prima a Parigi e poi in Italia, entrando in contatto con quella che all’epoca era stata definita la “generazione perduta”, quei giovani e grandi scrittori americani pieni di fuoco ed idee come Thomas Stearns Eliot, Francis Scott Fitzgerald, John Steinbeck ed Ernest Hemingway, di cui Pound divenne amico. Affascinato dallo stile di Dante, che tentò in qualche modo di riprendere nei suoi Cantos, Pound però ad un certo punto si trasferì in Italia, rimanendo affascinato dal fascismo e avvicinandosi in maniera netta al regime. Sarebbe poi rimasto nel nostro paese fino al 1945, senza mai rinnegare questa sua vicinanza e facendosi anzi latore di una intensa opera di propaganda radiofonica che, con gli anni, divenne via via sempre più problematica. Pound, infatti, non si limitò ad un approccio di stampo letterario, come fecero anche altri artisti che avevano simpatia per Mussolini, ma fu un fervente ammiratore almeno da un certo punto in poi anche di Hitler e si espresse con durissimi toni antisemiti contro l'economia capitalistica, che riteneva essere sostanzialmente in mano ad usurai ebrei. Certi suoi discorsi, riascoltati o riletti oggi, suonano come pure e proprie farneticazioni, ma all’epoca in Italia ebbero una certa eco. Dopo la guerra venne catturato dai partigiani e consegnato agli americani, che decisero di processarlo per altro tradimento, visto che aveva anche aderito alla Repubblica Sociale, che era in guerra con gli stessi Stati Uniti di cui era ancora cittadino. Il processo per tradimento in realtà si risolse in nulla, perché Pound venne ritenuto incapace di intendere e volere e messo in manicomio, dove sarebbe rimasto per un decennio circa. Liberato, ormai anziano, fece poi ritorno in Italia per passare qui gli ultimi anni della sua vita. Ezra in gabbia, che di fatto è praticamente un monologo, cerca di raccontare tutto questo dalla viva voce dello stesso poeta, dando abbastanza spazio non tanto ai suoi discorsi antisemiti, che vengono un po’ colpevolmente dimenticati, quanto piuttosto cercando in un certo senso di farne quasi un anticipatore del movimento no global, di Occupy Wall Street o di qualcosa del genere. Nella rilettura che ne dà il drammaturgo e regista Leonardo Petrillo, Pound sembra essere quasi un intellettuale che aveva anticipato lo strapotere delle banche, che aveva compreso quello a cui gli altri sarebbero arrivati solo decenni dopo. L'opera teatrale devo dire è ben condotta e soprattutto ben recitata, ma in tutta onestà non so se l'operazione sia pienamente riuscita: certo il processo a Pound fu un mezzo obbrobrio dal punto di vista giuridico, come per la verità lo furono anche altri processi alla fine della Seconda guerra mondiale; la sua detenzione e il suo ricovero coatto, a loro volta, furono anch’essi delle violenze probabilmente ingiustificate, ma ciò non toglie che non si possa vedere in Pound un profeta del futuro. Lo scrittore fu sinceramente fascista, e anche se non prese mai la tessera del partito esaltò in ogni modo le scelte scellerate di Mussolini e di Hitler, pronunciando diversi discorsi obiettivamente orribili. Bisognerebbe riuscire a distinguere e separare le cose: da un lato il Pound uomo, con le sue debolezze e fragilità, che può anche generare compassione; dall’altro il Pound poeta, col suo talento; e dall'altro ancora il Pound politico o politicante, francamente dimenticabile. Mescolare le cose, ricordando solo quello che si vuol ricordare, rischia di dare un’immagine falsata e addirittura perfino eroica di un uomo contraddittorio e con varie e gravi colpe. L'opera comunque merita un’occhiata e la trovata appunto su RaiPlay.
The Bear episodi 2.03-2.04 (2023), di Christopher Storer, con Jeremy Allen White, Ebon Moss-Bachrach, Ayo Edebiri: vi ho già parlato di The Bear, serie TV acclamata dalla critica e di cui è da poco uscita la seconda stagione su Disney+. Lo show si focalizza su un giovane ma già affermato chef che abbandona la carriera all'interno della grande cucina internazionale per prendere le redini di ristorante di quartiere a Chicago, locale appena lasciato dal fratello, morto suicida. Tutta la prima stagione era incentrata sulle grosse difficoltà anche psicologiche che il protagonista si trovava ad affrontare, ma il suo pregio maggiore stava nel modo in cui la storia veniva raccontata, visto che tramite un sapiente montaggio e un ottimo ritmo si riusciva a dare in ogni istante la percezione della tensione emotiva di tutto l'ambiente. In questa seconda stagione, di cui ho visto una manciata di episodi, il clima in parte cambia. Non è più tutto centrato su Carmy, il protagonista, ma di volta in volta i vari episodi mi sembra vadano ad approfondire le esperienze dei suoi comprimari, dando maggior spazio ai drammi di ognuno di loro. In effetti, ripercorrendo mentalmente tutti i ruoli, ci si rende conto che il personale del ristorante è davvero composto da una serie di elementi curiosi e problematici, tanto che forse il clima angosciante, disperso su così tante storie, sembra quasi irrealistico o esagerato. In ogni caso lo show continua a procedere bene, soprattutto per lo stile che riesce a mettere in campo. Detta in altri termini, se le trame di questi primi episodi della seconda stagione mi convincono forse un po’ meno di quelle della stagione d'esordio, devo anche ammettere che guardare queste brevi puntate è sempre una gioia per gli occhi e spesso anche per lo spirito. La trovate su Disney+.
A qualcuno piace caldo (1959), di Billy Wilder, con Marilyn Monroe, Jack Lemmon, Tony Curtis: a casa mia c'è una piccola tradizione che continua ormai da qualche anno, e che riguarda soprattutto il sottoscritto. Quando compio gli anni mia moglie e i miei figli mi concedono, alla sera, di guardare tutti assieme un film da me selezionato, senza che loro possano eccepire alcunché sulla mia scelta. Si tratta per la verità di un caso piuttosto eccezionale, appunto limitato solo al genetliaco, perché invece di solito le mie proposte, che fornisco anche con una discreta frequenza, vengono passate minuziosamente al vaglio di moglie e figli, fino ad arrivare a un compromesso che soddisfi un po’ tutti. Questi meccanismi sono meno strani di quel che sembri, soprattutto a causa mia: le mie proposte in effetti a volte sono piuttosto originali; e coinvolgono non di rado film in bianco e nero, ignoti, oppure perfino muti, quindi è anche comprensibile che moglie e figli vogliono avere almeno in parte l'ultima parola. Come detto, però, nel giorno del compleanno tutto cambia e la commissione che supervisiona le mie scelte va momentaneamente in ferie, lasciandomi campo libero, facendomi una sorta di ulteriore regalo di compleanno, immateriale. Certo questo implica in realtà una serie di altri problemi: il poter scegliere senza più nessun vincolo può mandare in paranoia. Cosa scelgo? Un film muto, col rischio che poi l'anno prossimo si ribellino e non mi diano più la possibilità di proporre ulteriori film? Una pellicola più recente e accattivante, sprecando così però un’occasione unica? Così a volte passo il compleanno non a godermi pienamente la giornata, ma a stilare liste di film da vedere, ripensandoci continuamente e cambiando più volte i titoli o l’ordine delle scelte. Alla fine però devo dire che quest'anno è andata bene: il 30 agosto, giorno del mio compleanno, ho proposto infatti A qualcuno piace caldo, un classico assoluto, e il risultato è stato ottimo, visto che i figli hanno riso sonoramente quando c'era da ridere e l'hanno guardato con attenzione fino alla fine. D'altronde, il film è sì vecchio (uscì nel 1959) ma è anche una scelta sicura: è unanimemente considerato una delle migliori commedie della storia del cinema ed è anche, nonostante tutto, incredibilmente attuale e moderno. La trama, in breve: nella Chicago del 1929 due musicisti squattrinati assistono loro malgrado alla Strage di San Valentino, un massacro mafioso, diventando gli unici testimoni del misfatto; per sfuggire alla criminalità organizzata sono costretti ad aggregarsi ad una band in tournée in Florida, band però esclusivamente femminile, e infatti i due sono obbligati a travestirsi da donne. Ne nascono molti equivoci, sia perché nel gruppo musicale è presente l'avvenente Zucchero Kandinsky (ovvero Marilyn Monroe), di cui si invaghisce uno dei due; sia perché l'altro fa, suo malgrado, colpo su un vecchio miliardario che vuole a tutti i costi sposarlo/a. Il film gioca in maniera intelligente su una serie di questioni che all'epoca (ma forse ancora oggi) erano tabù, come il travestitismo, l'omosessualità, le molestie sulle donne; e lo fa cambiando la prospettiva, mettendo gli uomini nei panni delle donne (anche solo per qualche giorno), così che si rendano davvero conto di cosa vuol dire vivere in quelle condizioni. E bisogna dire che purtroppo una parte del nostro apparato statale sembra molto più arretrata, su questi argomenti, di un film di 65 anni fa. La pellicola non si trova al momento nei vari servizi di streaming, ma vale assolutamente la pena di acquistarne il DVD.
Quello che ho pensato
Questa settimana, come avete capito dall’apertura di questa newsletter, non vi parlerò di grandi questioni filosofiche o legate all’attualità, ma di quello che bolle in pentola all’inizio di questo nuovo anno scolastico per quanto riguarda il sottoscritto. Settembre è infatti un mese di ripartenza: ricomincia la scuola, ripartono le varie attività sportive, e perfino su YouTube è tutto un proliferare di gente che annuncia la “nuova stagione”, ricalcando il gergo televisivo o del campionato di calcio.
Forse infervorato da tutto questo, anch’io nei giorni scorsi mi sono messo a pensare alla mia attività qui sul web e a discuterne con qualche fidata persona; e mi sono accorto che c’è bisogno forse di un po’ d’ordine e di riorganizzazione. Dal 2020, da quando cioè ho dato il via a questa attività e ho iniziato a pubblicare a ritmo sempre più forsennato contenuti su YouTube, ho realizzato 1.241 video, di lunghezza variabile ma mediamente al di sopra dei 30 minuti di durata ciascuno. Con essi ho coperto grossomodo tutto il programma di storia e di filosofia che si fa alle superiori e buona parte di quello che si fa all’università; ho intercettato i gusti e i bisogni di studenti liceali e di laureandi, oltre che di lavoratori e di pensionati, che in questi mesi mi hanno scritto in grandissima quantità, tanto che alcuni aspettano ancora una risposta da mesi visto che non riesco più a rispondere a tutti.
E però questa corsa forsennata forse non ha più del tutto senso. All'inizio la fretta c’era, perché dovevo letteralmente colmare dei buchi: i video erano nati principalmente per i miei studenti in epoca Covid e dovevano fornire loro un valido appoggio per fare quello che non sempre si riusciva a fare in classe. Oggi questo scopo è stato raggiunto e superato, sia perché di video ce n'è ormai fin troppi, sia perché in classe ci stiamo eccome.
Certo, i video possono permettere di approfondire molti altri elementi, ma non c'è necessariamente bisogno di correre. Allo stesso tempo, il ritmo che ho tenuto in questi ultimi due anni, cioè di un video al giorno tutti i santi giorni, credo di essere riuscito a gestirlo anche abbastanza bene ma ha inevitabilmente tolto tempo ad altre cose. Dovete infatti sapere che la realizzazione dei miei contenuti non è affatto semplice: c’è prima una fase di studio, visto che molti degli argomenti sono specifici e necessitano di approfondimenti; poi c’è una fase di scrittura, di rielaborazione; quindi segue una fase di registrazione davanti alla telecamera; e infine c’è il montaggio. Tutte operazioni che svolgo da solo e che portano via ore ed ore, oltre che diverse energie.
Assorbito da tutto questo (e dalla scuola, e dalla famiglia) non sono più riuscito, ad esempio, a fare gli shorts, quei video brevi e accattivanti destinati a TikTok, a Instagram e in generale ai social network che avevo sperimentato qualche mese fa. Sono video meno impegnativi ma che possono catturare un’utenza nuova e avvicinarla, spero, ad alcune tematiche storico-filosofiche.
Allo stesso tempo avrei voluto anche sperimentare qualcos’altro di nuovo, sempre su internet: come ho già spiegato a qualche abbonato, da tempo mi piacerebbe realizzare una sorta di “Club del libro” vero e proprio, una riunione periodica virtuale tramite Zoom o Google Meet in cui gli abbonati del canale possano discutere di un libro che tutti ci siamo impegnati a leggere nel mese precedente. E, allo stesso modo, mi piacerebbe provare a organizzare sempre su queste piattaforme di videoconferenze anche incontri di discussione, simili a un simposio filosofico, sempre su un tema di rilevanza culturale. Sarebbero dei modi per lavorare insieme ad almeno un gruppo di fedeli seguaci, e vedersi anche faccia a faccia, interagendo di più, anche se pur sempre a distanza.
Anche questo progetto, però, è stato finora inconcepibile visto che il tempo libero era ridotto al lumicino. Per non parlare poi delle dirette aperte a tutti, che latitano da mesi, e di altre iniziative ancora a cui ho dovuto rinunciare proprio perché subissato dagli impegni.
Ora, visto che le condizioni di partenza sono cambiate, è però forse giunto il momento di ripensare il tutto. Attenzione: non sto dicendo che il canale si fermerà o smetterà di proporvi buon materiale per studiare e acculturarvi, ma che semplicemente lo farà con una sorta di piano editoriale più maturo e articolato.
Sto lavorando in questi giorni a delineare per bene il tutto, ma posso già dirvi questo:
praticamente ogni giorno (salvo situazioni particolari, o la coincidenza delle “dirette”) continueranno ad uscire video nuovi e podcast nuovi, aperti e disponibili a tutti, abbonati e non abbonati, iscritti e non iscritti, sulle stesse piattaforme che abbiamo usato finora;
i temi di questi video, però, saranno selezionati in maniera un po’ più accurata, per cui si darà più di spazio agli argomenti e ai generi che in questi mesi e anni hanno interessato la maggior parte di voi;
il che vuol dire, molto concretamente, che riprenderò a fare video del tipo Tutto il tal filosofo in un’ora o Tutto il tal periodo storico in un’ora, che rimpinguerò più spesso il Corso di storia e il Corso di filosofia, che dedicheremo qualche video in più – magari nella forma della diretta aperta a tutti – alle grandi questioni di attualità oppure ai legami delle mie materie col cinema, coi libri, coi fumetti e così via;
nel frattempo, altre tematiche più di nicchia continueranno ad essere perseguite ma con ritmi più blandi, e magari in modalità più riservata: una parte di questi video iper-specifici, infatti, verrà resa disponibile solo agli abbonati del canale.
La cosa forse più rilevante, però, è che arriveranno nuove offerte per gli abbonati e anche una maggior diversificazione dei pacchetti, per permettere a tutti di seguire i percorsi al proprio ritmo. Preparerò a breve anche un video apposito per spiegare tutto con calma, ma posso già anticiparvi le novità (e vi ricordo che per abbonarsi si può andare qui):
Pacchetto Marx → prevederà d’ora in poi l’accesso a tutti i video del canale (anche quelli riservati agli abbonati) + l’accesso in anteprima a tutti i nuovi video;
Pacchetto Roosevelt → prevederà d’ora in poi i vantaggi precedenti + una diretta riservata al mese + una riunione del Club del libro al mese (riservato agli abbonati);
Pacchetto Voltaire → prevederà d’ora in poi i vantaggi precedenti + l’accesso al canale Telegram riservato agli abbonati + la partecipazione ai vari sondaggi sui video da realizzare e sul futuro del canale;
Pacchetto Leopardi → prevederà d’ora in poi i vantaggi precedenti + l’accesso a circa 50 pagine al mese del manuale di filosofia che sto scrivendo + una riunione del Simposio online al mese (riservato agli abbonati);
Pacchetto Napoleone → prevederà d’ora in poi i vantaggi precedenti + altro materiale (scritto o audiovisivo) a fantasia + un classico della filosofia (in versione cartacea) a trimestre in omaggio spedito direttamente a casa e con qualche nota da parte del sottoscritto.
Come vedete, i pacchetti sono gli stessi che sono stati attivi in quest’ultimo anno, ma decisamente potenziati visto che in ogni livello c’è qualcosa di nuovo e di, spero, significativo in più.
Sarà un canale un po’ più aperto all’attualità e al confronto con la community, come si usa dire. Un canale in cui si continuerà comunque, spero, a proporre spunti di riflessione e di crescita sotto diversi punti di vista.
Quello che ho registrato e pubblicato
E ora però diamo un’occhiata anche ai video e ai podcast che sono usciti questa settimana:
Dal Paleolitico al Neolitico: il percorso dell’umanità verso forme di vita associata si inizia a fare interessante
Il tardo Neoplatonismo: come cambiò il Neoplatonismo dopo Plotino? Esploriamo il pensiero di autori come Porfirio, Giamblico e altri
Chiese cristiane: le più grandi oggi (parte 2): chiudiamo il cerchio parlando delle altre fedi cristiane oggi più diffuse
Bacone, il metodo e la causa formale (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
La vita e le opere di Isaac Newton (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
La Chiesa e la nuova società di massa (per il podcast “Dentro alla storia”)
Il nazionalismo scivola verso il razzismo (per il podcast “Dentro alla storia”)
Quello che devi fare per seguirmi sui social
Ah, prima di dimenticarci vi lascio anche un veloce “reminder” di dove e come mi potete trovare sui social:
Il canale YouTube | Instagram | Facebook | Twitter/X | TikTok
Quello che puoi fare per sostenere il canale
Se quello che faccio vi piace e volete darmi una mano a farlo sempre meglio (con attrezzatura nuova, libri nuovi ed altro ancora), potete sfruttare alcune modalità di sostegno che ho implementato per voi. In primo luogo ci sono gli abbonamenti, che trovate esposti qui di seguito; poi c’è il merchandising se vi piacciono le magliette, ci sono le donazioni se vi trovate meglio con Paypal (altre info sempre qui di seguito) e, infine, ci sono libri che non fanno mai male e che ci fanno arrivare qualche centesimo di euro. Ecco, a tal proposito, i nostri consigli della settimana.
Storia del conflitto israelo-palestinese di Claudio Vercelli: le lotte che da decenni attanagliano il territorio israelo-palestinese sono complesse e, purtroppo, paiono anche infinite. Qualche tempo fa, in un apposito video, abbiamo provato anche noi a fare un po’ d’ordine, ma di sicuro c’è bisogno di approfondire. Questo saggio di Claudio Vercelli – ampliato tra l’altro lungo gli anni – è la miglior opera in italiano sulla questione e merita uno studio approfondito. Lo consiglio caldamente e lo potete comprare qui.
sui social questa settimana ho segnalato come al solito diversi libri appena usciti che mi paiono interessanti, una sorta di “lista della spesa” che dovrebbe rivelarsi utile anche in primis per me. Ecco i volumi, se ve li siete persi:
Who Cares? di Joan Tronto: ne ho parlato qui;
Gemme antiche di Gemma Sena Chiesa: ne ho parlato qui;
Filosofia, tecnologia e scienze della mente di Marco Fasoli e Giulia Piredda: ne ho parlato qui;
L’anarca di Adrián Cangi e Ariel Pennisi: ne ho parlato qui;
C’è poi un nuovo modo per sostenere il progetto ed è quello dell’abbonamento. Sotto ai video, di fianco al classico pulsante “Iscriviti”, ne è comparso uno nuovo chiamato “Abbonati”. Cliccando lì potete consultare tutte le varie proposte e cosa viene dato in cambio: da video-dirette in esclusiva a un vero e proprio manuale di filosofia a puntate. Ulteriori informazioni le trovate qui.
Se poi non volete né leggere, né abbonarvi, si può sempre liberamente usare Paypal. E grazie anche a chi ha già donato nelle settimane scorse!
Quello che c’è in arrivo
E chiudiamo con un’anticipazione di quello che ci aspetta in questa settimana, per dare anche un po’ di concretezza a quello che ho scritto nella sezione Quello che ho pensato. Ecco il programma:
già domani sera arriverà una prima diretta (alle ore 20:45) per presentare in dettaglio le novità del canale: posso già dirvi che la troverete qui;
mercoledì dovrebbe poi uscire un nuovo capitolo della serie dedicata alla Storia dei consumi, parlando di quando la gente cominciò ad avere l’obiettivo della casa di proprietà;
giovedì parleremo poi addirittura di Martin Scorsese e della filosofia dei suoi film;
infine tra domenica e lunedì dovremmo riuscire a presentare la seconda puntata dedicata a Dante Alighieri e una nuova diretta che cercherà di capire se è vero che “in Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi”, come si è detto qualche giorno fa;
in mezzo, ci sarà spazio ovviamente anche per i podcast: ne arriveranno su Newton in filosofia e sulla riscoperta dell’irrazionale in storia.
E questo è tutto, per questa settimana. Rimanete in contatto e, se non l’avete già fatto, iscrivetevi al canale YouTube (lo si può fare da qui) per non perdervi nulla di quello che arriverà. A lunedì prossimo!