I nazisti a teatro, qualche film appena uscito, le regole per la vita, Jean-Luc Nancy e il ridere delle tragedie
Prima di tutto, grazie. Quando, una settimana fa, ho lanciato un po’ per gioco questa nuova newsletter settimanale, mi aspettavo di trovarmi qualche decina di iscritti, nei primi giorni, e magari di crescere un po’ col tempo. Invece, ad appena una settimana di distanza siamo già diverse centinaia, non decine, oltre ogni mia aspettativa. E la cosa ovviamente mi riempie di ulteriori responsabilità. Forse anche per questo, la newsletter di oggi è bella corposa: ho letto molto, visto molto e prodotto molto. Ovviamente potete saltare quello che vi non interessa e soffermarvi solo sulle cose che più vi incuriosiscono.
Oltretutto, oggi è pure il mio compleanno (sono 42!), quindi bando alle ciance perché ho una torta che mi aspetta!
Quello che ho letto
Ho letto davvero tantissimo questa settimana (non so se riuscirò a mantenere questo ritmo, quando cominceranno le lezioni). Ecco un sunto delle cose più interessanti.
A proposito di niente di Woody Allen: ne ho parlato un po’ già l’altra volta, ma questa settimana l’ho finito. Libro a mio avviso più che discreto, anche se non un capolavoro: lo stile e la prosa di Woody sono frizzanti, come sempre, ma nella seconda parte del libro mi sarebbe piaciuto qualche dettaglio in più sia sui suoi film, sia sulla sua vita. Dal momento in cui entra in scena Mia Farrow, tutto questo si perde: il regista ci racconta molto della sua infanzia e adolescenza, oltre che dei suoi primi due matrimoni e dei suoi primi film, ma poi non ci dice quasi nulla delle due figlie attuali e della sua vita e delle sue creazioni post-Mia Farrow. Tutto è catalizzato dal “fattaccio”, come forse era inevitabile, e il libro un po’ ne risente. Comunque interessante. Lo trovate qui.
12 regole per la vita di Jordan B. Peterson: me l’ha consigliato un paio di settimane fa un mio ex studente, che lo sta leggendo ed apprezzando. Me lo sono comprato e l’ho iniziato (al momento sono alla seconda regola, quindi ancora abbastanza all’inizio). L’autore è uno psicologo canadese che, sulla base della sua esperienza clinica ma anche di studi e ricerche scientifiche, tenta di stilare una serie di consigli per vivere bene. L’aspetto interessante è che in mezzo a molti dati e storie (nella prima parte si parla molto anche di aragoste, per dire), si sente l’influsso di parecchia filosofia. Anche se non sempre lo dichiara, Peterson qua e là ricorre a un lessico che richiama gli esistenzialisti, Heidegger, Nietzsche ed altri ancora. Non il banale libro di self-help, insomma. Comunque, per un giudizio più completo, aspetto di essere almeno a metà libro. Se vi interessa, lo trovate qui.
Essere singolare plurale di Jean-Luc Nancy: forse avrete letto che è scomparso, in questi giorni, il filosofo francese Jean-Luc Nancy. Confesso di non aver mai letto nulla di suo, un po’ perché l’ho sempre identificato come uno degli allievi di Derrida (filosofo che non amo molto), un po’ per circostanze fortuite. Comunque, sull’onda del lutto mi sono comprato questo volume edito da Einaudi che è una delle sue opere più famose. L’ho iniziato da poco, vi saprò dire. La tesi principale è che l’essere, ontologicamente parlando, si configura sempre al plurale, che trova senso solo nella relazione con gli altri. Lo trovate qui.
Nel nome degli altri di Silvia Salvatici: lo sto leggendo per preparare le lezioni sulle organizzazioni umanitarie (trovate il video più avanti in questa newsletter). Interessante, anche se molto specialistico, traccia una storia dell’umanitarismo internazionale. Se vi interessa, lo potete comprare qui.
La filosofia non è una barba di Matteo Saudino: sono arrivato a Schopenhauer, quindi non mi manca molto per finirlo. È chiaro che il libro non è pensato per gente come me ma per chi non ne sa molto di filosofia; e comunque lo trovo ben scritto. Mi stupisce un po’ la scelta degli autori: niente Platone, Aristotele, Kant, forse perché non si potevano spiegare in così poco spazio. Qui.
“L’uomo che fece catturare Adolf Eichmann”: ci sono delle novità sull’arresto in Argentina di Aldof Eichmann, il gerarca nazista così abilmente ritratto da Hannah Arendt in La banalità del male. Pare che, oltre alla fonte già nota, ci fosse un altro uomo che lo segnalò al Mossad. Ne parla il Post, riprendendo un’inchiesta della Süddeutsche Zeitung, e potete leggere l’articolo qui: https://www.ilpost.it/2021/08/24/adolf-eichmann-gerhard-klammer/
“Stalin-era mass grave found in Ukraine”: in Ucraina è stato ritrovato un complesso di fosse comuni che contiene tra i 5.000 e gli 8.000 cadaveri. Probabilmente risalgono agli anni ‘30 e le vittime sarebbero oppositori del regime staliniano (era l’epoca dei gulag e delle grandi purghe). Ne parla la BBC qui (in inglese): https://www.bbc.com/news/world-europe-58340805
Quello che ho visto
A riprova del fatto che gli insegnanti non fanno nulla, ho visto anche parecchi film, alcuni vecchi, altri recentissimi. Magari alcuni potrebbero piacervi.
Vogliamo vivere! (1942), di Ernst Lubitsch, con Carole Lombard, Jack Benny, Robert Stack: me l’ero procurato da un bel po’ di tempo ma rimandavo sempre di vederlo. Ho fatto male, perché è un capolavoro. Ambientato a Varsavia durante la Seconda guerra mondiale (e realizzato proprio nei mesi in cui si combatteva), racconta di una compagnia teatrale polacca che lavora per la Resistenza e riesce a cavarsela davanti alla Gestapo grazie al proprio talento (molti attori si travestono da ufficiali e spie naziste, e uno addirittura da Hitler). Si nota che, quando lo girarono, Lubitsch e gli altri non avevano ancora sentore di quanto drammatica sarebbe stata quella guerra, ma, con un sagace umorismo nero, il film riesce a toccare le corde giuste. Fa ridere ancora adesso, a ottant’anni di distanza. Nota a margine: fu l’ultimo film dell’affascinante Carole Lombard (moglie di Clark Gable), che morì poco dopo la fine delle riprese in un incidente aereo.
L’ultimo metrò (1980), di François Truffaut, con Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Jean Poiret: a proposito di teatro e di nazisti, mi sono visto anche questo film, forse un po’ meno noto, di Truffaut. Me ne sono innamorato: racconta di una compagnia parigina che durante l’occupazione nazista mette in scena un’opera norvegese mentre il regista, ebreo, è nascosto in cantina e il primo attore lavora di nascosto con la Resistenza. Intrigante, pieno di spunti sulla doppiezza del teatro e della vita e ben interpretato, soprattutto da un giovane Depardieu. Oserei quasi dire che è perfino meglio di Effetto notte, che ha tematiche simili e che Truffaut girò qualche anno prima. Lo trovate su RaiPlay.
Free Guy - Eroe per gioco (2021), di Shawn Levy, con Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery: me l’ha consigliato un mio studente, in effetti c’è qualche spunto filosofico (sull’intelligenza artificiale e sul dualismo tra mondo reale e mondo virtuale). La trama, però, preferisce concentrarsi sugli esiti comici o action di questi spunti, sprecando forse qualche occasione. In ogni caso Ryan Reynolds è bravo e il film è godibile, soprattutto se si è dei teenager appassionati di videogiochi. Ah, mi stavo dimenticando di raccontarvi di cosa parla: il protagonista è un personaggio di un videogioco che ad un certo punto vuole cominciare ad essere libero e vivere la sua vita.
Black Widow (2021), di Cate Shortland, con Scarlett Johansson, Florence Pugh, David Harbour, Rachel Weisz: mi sono lasciato convincere dai figli a guardare l’ultimo film della Marvel, ma, come un po’ mi aspettavo, è abbastanza deludente. Trama tutto sommato scontata, personaggi che non catturano l’attenzione. Peccato perché la presenza nel cast di David Harbour e Rachel Weisz mi incuriosiva, ma il mix tra azione e comicità non mi pare molto riuscito.
Ted Lasso (2020), serie TV con Jason Sudeikis, Hannah Waddingham, Brenda Hunt, Juno Temple: ne ho visto un altro paio di episodi. Niente da aggiungere rispetto alla settimana scorsa, aspetto di arrivare al finale di stagione.
Quello che ho pensato
Le questioni, questa settimana, sono state tante. Sul versante “tecnico”, sto cercando un modo migliore per organizzare i miei appunti e le mie note: nell’ultimo anno ho usato parecchio Notion, un’app molto potente che permette di creare dei veri e propri database a partire dai propri appunti; negli ultimi giorni, però, sto gradualmente tornando ad Evernote, altra app molto elaborata che ho usato invece per parecchi anni, fino al 2020. Entrambe hanno pregi e difetti, nessuna delle due fa del tutto al caso mio, ma forse in questo momento Evernote è quella che più si avvicina a soddisfare almeno in parte le mie esigenze. Magari in futuro vi spiegherò anche qualcosa sul mio metodo organizzativo, che è complicato ma funzionale.
Sul versante più filosofico e storico, mi sono interrogato molto su fino a che punto si possa ridere delle tragedie (un tema che, tra l’altro, mi solletica da anni). Se avete letto quello che ho scritto nelle righe sopra, avrete notato che si parlava di film del 1942 che scherzavano sui nazisti e di un’autobiografia comica che menziona accuse di pedofilia. Credo che una risposta univoca, in casi come questi, sia difficile: saper scherzare bene sulle tragedie, a mio avviso, è segno di intelligenza, ma è molto difficile scherzare bene (ci si riesce una volta su cento); e, in ogni caso, serve un po’ di distacco emotivo dalla tragedia. Non puoi andare da chi ha visto morire una persona cara e scherzarci sopra; ma cento anni dopo si può anche ridere, ad esempio, di una sanguinosa battaglia, se lo si sa fare con un certo stile. Il distacco e l’intelligenza, insomma, mi sembrano due elementi fondamentali per un po’ di sano black humor; e purtroppo spesso mancano.
Quello che ho registrato e pubblicato
Quattro video e tre puntate del podcast, questa settimana. Quello sull’anima pare essere stato quello più apprezzato e visto, ma anche gli altri mi sono divertito a farli.
L’anima oggi: cosa pensano i filosofi di oggi dell’anima? Esiste ancora, o l’hanno completamente declassata? Qui cerco di fare un sunto di due secoli di discussioni sull’argomento, fino ai testi usciti proprio negli ultimi anni:
L’esecuzione dei Rosenberg: chiudo il ciclo dedicato all’affare Rosenberg, che appassionò l’America, nel bene e nel male, a inizio anni ‘50. E lo chiudo con la condanna a morte e l’esecuzione sulla sedia elettrica dei due, quindi nel peggiore dei modi. Ma c’è spazio anche per parlare di Dwight Eisenhower e Sylvia Plath:
Benedetto Croce: la filosofia: arriviamo al punto dolente del pensiero di Croce: la sua totale svalutazione sia della matematica che delle scienze, capaci di produrre solo pseudo-concetti che non hanno alcun vero valore conoscitivo. Ho provato a spiegare perché il filosofo neoidealista arrivò a queste conclusioni:
Storia delle organizzazioni umanitarie: gli albori: come vi ho spiegato anche sopra, la lettura del saggio della Salvatici e di altri testi mi ha portato a questa prima guida alla storia delle organizzazioni umanitarie, parlando di Florence Nightingale, della Croce Rossa, di Voltaire e di altro ancora:
Le degenerazioni dello Stato secondo Platone (per il podcast “Dentro alla filosofia”):
Il Teeteto e il Parmenide di Platone (per il podcast “Dentro alla filosofia”):
I conquistadores nel Nuovo Mondo (per il podcast “Dentro alla storia”):
Cosa c’è in arrivo
Come al solito, vi lascio anche qualche anticipazione su cosa arriverà nei prossimi giorni. Innanzitutto, sul versante delle lezioni ne usciranno:
una sulla conquista della Gallia da parte di Cesare;
una, credo, su Sant’Agostino, su alcune questioni che non avevo incluso nel primo video dedicato al filosofo e realizzato ormai più di un anno fa;
presto – ma non so ancora se riuscirò a partire già questa settimana – vorrei cominciare anche la lettura integrale e commentata del Così parlò Zarathustra di Nietzsche: so che online ce ne sono già, ma vorrei dare alla mia lettura un taglio più semplice – e poi penso che un lavoro del genere potrebbe tornare molto utile anche a me, perché leggere e spiegare un’opera passo per passo ti costringe a capirla più a fondo;
per quanto riguarda le puntate dei podcast, ce ne saranno una sul Sofista di Platone e due di storia (sull’evangelizzazione dei nativi americani e sulla rinascita del ‘500).
Per il resto, mi godrò gli ultimi giorni prima dell’inizio della scuola, farò le consuete riunioni (collegi, dipartimenti, formazione… c’è da uscirne matti) e soprattutto dovrò sorvegliare che i figli finiscano i compiti delle vacanze! A lunedì prossimo!