La filosofia come ricetta di vita, le regole della civiltà che saltano, i profumi e finalmente Vico
Due sono gli argomenti che più mi hanno attratto questa settimana. Il primo riguarda la filosofia e anzi la filosofia che diventa self-help: sto infatti leggendo due libri al riguardo e, soprattutto, su quest’argomento ho appena realizzato un video in diretta. Il secondo riguarda invece un libro che ho finito di leggere dopo un paio di settimane: si chiama Morte dell’erba e, se non mi era molto piaciuto all’inizio, mi ha preso soprattutto nel finale, soprattutto nel modo di presentare una civiltà che regredisce quando le sue regole vengono messe da parte. Se proseguite con la lettura, vi spiego tutto.
Quello che ho letto
Partiamo come al solito dai libri. Ce ne sono alcuni di nuovi rispetto alla settimana scorsa, anche se quello a cui ho dedicato più tempo è il primo della lista, di cui vi avevo già detto qualcosa. Eccoli:
Morte dell’erba di John Christopher: l’ho finito, come dicevo. Per chi si è perso le puntate precedenti, si tratta di un libro di fantascienza scritto e ambientato negli anni ‘50, in un mondo in cui è giunto dalla Cina un virus (ebbene sì!) che ha infettato un po’ tutte le colture, portando ad una carestia globale. Un gruppo di persone si mette allora in cammino per lasciare Londra – sempre più allo sbando e pericolosa – e dirigersi verso la valle del fratello del protagonista. Non dirò di più della trama per non fare spoiler, ma posso dire qualcosa del senso e della qualità del libro. Inizialmente non mi aveva convinto molto, a dire il vero: alcune idee mi sembravano balzane e davvero troppo irrealistiche; allo stesso modo, mi pareva che alcuni personaggi secondari venissero tratteggiati in modo incoerente. Insomma, fino più o meno a metà mi è sembrato un libro poco riuscito. Poi però devo dire che la seconda parte del romanzo è risultata nettamente migliore. Soprattutto, l’autore è riuscito a far capire come il mondo senza più regole di convivenza stesse riportando l’Inghilterra a una sorta di epoca feudale, in cui solo la forza del signore – e la protezione offerta ai suoi sottomessi – potevano fare la differenza. Siamo abituati a storie post-apocalittiche in cui l’uomo regredisce quasi all’età della pietra; e se invece regredisse al Medioevo?
Lezioni di felicità di Ilaria Gaspari: me ne ha parlato uno di voi (Ciro!) in una mail di risposta a una precedente newsletter e ho deciso di provarlo. Anche questo, come il successivo di questa lista, può sembrare un manuale di self-help, ma in realtà la situazione è più complessa di così. L’autrice in questo saggio parla del suo trasloco e della fine di una lunga relazione amorosa, di un momento cioè particolarmente difficile della sua vita, a cui però decide di dare una svolta tentando di mettere in pratica i precetti di alcune scuole filosofiche. Finora ho visto le prime, tra queste scuole: il pitagorismo, gli eleatici, lo scetticismo. Vediamo come proseguirà. In generale la storia procede presentando qualche accenno filosofico, direi per sommi capi, ma il vero baricentro mi pare siano ancora le vicissitudini della voce narrante.
Ego Is the Enemy di Ryan Holiday: lo sto leggendo in inglese – anche se ho scoperto che è stato tradotto pure in italiano – perché l’avevo comprato (e poi abbandonato) diversi mesi fa. Holiday è un divulgatore che scrive e fa podcast a tema “stoicismo”, cavalcando un’onda di cui parlo in un video che trovate più avanti. Volevo capire quanto approfondita fosse la sua conoscenza di quella scuola filosofica e se ci fosse davvero qualcosa da imparare. Per ora, il suo libro mi sembra abbastanza all’acqua di rose.
Quello che ho visto
Vari film e serie TV anche questa settimana, non tutti però ugualmente belli. Mi spiego meglio qui di seguito.
Joker (2019), di Todd Philips, con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz: sì, non l’avevo ancora visto. Se mi seguirete a lungo su questa newsletter, scoprirete che spesso tendo ad essere refrattario davanti ai film o ai libri che vanno per la maggiore. Più gente li vede o legge, meno mi viene voglia di vederli o leggerli subito, e così finisco per recuperarli a due o tre anni di distanza. È stato questo anche il caso di Joker. Non c’è molto da dire, perché è già stato detto tutto: bello, ben recitato e ben diretto, un colpo al cuore. Il disagio di Joker, tra l’altro, mi pare essere oggi il disagio di molti; anche lì, come in Morte dell’erba, saltano le regole, e quando saltano le regole salta un po’ tutto: saltano i nervi, saltano gli affetti, saltano perfino i cervelli.
Into the Woods (2014), di Rob Marshall, con Emily Blunt, James Corden, Meryl Streep: musical tratto da un omonimo spettacolo di Broadway, non mi ha convinto granché. L’idea di giocare con le favole dei fratelli Grimm – mescolandole tra loro – è simpatica e il cast era davvero stellare; però la resa mi è sembrata lenta e un po’ noiosa, priva di mordente.
Uomini contro (1970), di Francesco Rosi, con Gian Maria Volonté, Mark Frechette, Alain Cuny: erano anni che non lo rivedevo ma l’ho trovato su Amazon Prime Video e mi ci sono buttato. È un film lento e sconnesso, quindi non so se lo consiglierei a dei ragazzi giovani; ma è anche il film più crudo sulla Prima guerra mondiale, quello che meglio rappresenta un certo tipo di disillusione. Tra l’altro, dopo averlo rivisto ho scoperto anche la strana vicenda di Mark Frechette, uno dei protagonisti: nel film ha questo volto quasi aristocratico e distaccato che in effetti colpisce molto; andando a cercare informazioni su di lui, mi sono ricordato che recitò anche in Zabriskie Point di Antonioni ma ho scoperto che è morto poco dopo quelle due pellicole e che ha avuto una vita assai avventurosa, rendendosi colpevole perfino di rapine.
Y: l’ultimo uomo (2021), con Ben Schnetzer, Olivia Thirlby, Diane Lane: ho visto qualche altra puntata di questa serie in cui una strana malattia porta alla morte di tutti i maschi sulla faccia della Terra tranne uno. Per il momento niente di particolare da segnalare: l’episodio pilota era entusiasmante, ora il ritmo si è un po’ rallentato e vediamo come andrà avanti.
Quello che ho pensato
Sono tempi difficili, in cui ci sentiamo sempre più allo sbando. Lo dimostra il modo in cui dibattiamo di tematiche importanti, come ad esempio la pandemia: perché in realtà non stiamo dibattendo di nulla, stiamo solo confrontando tra loro diversi tipi di frustrazione. Da un lato ce n’è una che rifiuta la scienza, dall’altra un’altra che si affida alla scienza; ma per quanto una sia logicamente più corretta, a mio avviso, dell’altra, è pur sempre di frustrazioni che stiamo parlando.
Siamo tutti in qualche misura insoddisfatti, e non potrebbe essere altrimenti dopo un anno e mezzo di pandemia. È proprio per questo, mi pare, che andiamo alla ricerca di ricette per una vita più soddisfacente. A volte le cerchiamo – stupidamente – nei complotti o nei deliri di alcuni uomini politici; altre volte le cerchiamo in TV o nei libri. E tra i libri, come anticipavo, destano in me particolare interesse quelli che partono da tematiche filosofiche, che si basano sul pensiero di alcuni grandi pensatori per imbastire delle ricette di vita.
Ne ho parlato in un video in diretta – che ormai ho già citato più volte – che trovate linkato qui di seguito, ma molto altro ci sarebbe da dire. Alcuni di questi libri sono evitabili, altri sono interessanti e discretamente intelligenti. È un’operazione – quella di usare la filosofia per fare self-help – che si presta ovviamente a critiche, critiche in buona misura anche fondate, ma che, mi pare, potrebbe essere anche utile, se ben condotta. Tutto dipende, come dicevo anche nel video, dai compromessi che si è disposti ad accettare e dalla qualità delle scelte. Ma ormai in molti ci presentano la filosofia come “ricetta di vita”, come “guida alla felicità”, con titoli dei libri che sembrano presi perfino da siti clickbait: sapremo difenderci dalle soluzioni troppo semplicistiche? Sapremo anche capire che il bello della filosofia è che non dà soluzioni semplici, troppo facili da mettere in pratica? Me lo chiedo anch’io, perché non lo so.
Quello che ho registrato e pubblicato
Una veloce ricapitolazione, per concludere, anche sui video e i podcast usciti questa settimana.
Chanel n°5 e Mosca Rossa: una storia parallela: il video più visto questa settimana è stato questo. Una spiegazione insolita, perché racconta la storia di due profumi che, seppur distantissimi, hanno un retroterra comune. Anche perché dietro ad essi ci sono due vere e proprie “donne di ferro”.
Tommaso d’Aquino: dogmi e teologia: prosegue l’excursus su San Tommaso, approfondendo il rapporto tra fede e ragione per quanto riguarda anche i dogmi.
Giambattista Vico: filosofia e storia: dopo tante promesse e tanta attesa, finalmente ho cominciato a trattare anche di Vico, filosofo italiano molto importante soprattutto per certe aree tematiche. Questo è il primo di una serie di due video che concluderò a breve.
Così parlò Zarathustra: audiolibro e spiegazione parte 6: continua la lettura integrale del celebre libro di Nietzsche, con la conclusione della prima parte.
La moda dello stoicismo: escono sempre più spesso libri dedicati agli stoici o alla filosofia di quella antica scuola. Come mai? Perché quel pensiero ha così tanto successo ora?
Le proposizioni per Aristotele (per il podcast “Dentro alla filosofia”):
La rivolta dei contadini luterani (per il podcast “Dentro alla storia”):
Cosa c’è in arrivo
E nelle prossime settimane? Diciamo subito che ci sono alcuni volumi che vorrei portare a conclusione in fretta: uno è il libro di Ilaria Gaspari di cui parlo sopra, l’altro è un libro che ho letto molto quest’estate e che poi ho lasciato a prendere polvere, ma che vorrei concludere. Si tratta di Contro la democrazia di Jason Brennan, un saggio di filosofia politica molto interessante di cui vorrei presto parlarvi.
Sul versante video, ecco cosa dovrebbe arrivare nei prossimi giorni:
se ci riesco, un video di spiegazione sui rincari del metano e dell’energia che hanno preoccupato molti in queste ultime settimane;
il secondo video su Vico, per concludere il discorso;
forse un video sulle Internazionali socialiste e la loro storia;
ancora Zarathustra, ovviamente;
e poi i podcast, con la Riforma che arriva a Zurigo e Ginevra (per storia) e il sillogismo aristotelico (per filosofia).
Un programma piuttosto ampio, che spero di riuscire a portare in porto. A voi, tra questi, quale tema interessa di più?