La newsletter scritta col Covid alla fine degli Esami di maturità, in cui si parla anche di UE, Umbrella Academy, D'Annunzio, Assassinio sul Nilo, Only Murders in the Building e Aristotele
Settimana complicata, quella che ho vissuto. Da un lato, proprio stamattina ho finito gli esami di maturità e da domani sarò quindi ufficialmente in ferie. Dall’altro, però, proprio sabato sera ho scoperto di avere il Covid. Ero riuscito ad evitare l’infezione per due anni e mezzo, ma alla fine anche io sono caduto nel trappolone.
Di come sto, degli esami e di tutto il resto vi parlo più avanti. Intanto cominciamo con le cose piacevoli, cioè con i libri e con i film.
Quello che ho letto
Nell’elenco di questa settimana c’è qualche lettura nuova, finalmente.
Building a Second Brain di Tiago Forte (2022): ne ho parlato anche nelle settimane scorse e devo dire che ormai il libro di Forte l’ho quasi finito. Diciamo che la parte più interessante è quella iniziale, quando l’autore insiste sui vantaggi delle note digitali e su come implementarle nella propria routine di studio e di lavoro quotidiana. Quando entra nel dettaglio e propone modalità più precise, invece, secondo me il libro perde parte del suo appeal, irrigidendosi troppo su una metodologia specifica. Io ad esempio ho un mio sistema di registrazione degli appunti che funziona piuttosto bene e che ho affinato lungo gli anni; mi sarebbe piaciuto trovare nel libro qualche spunto per migliorarlo e perfezionarlo, ma, concentrandosi quasi esclusivamente sul “suo” sistema, Forte finisce per rendere il suo discorso molto unidirezionale e forse poco utile, almeno per me. Comunque, se vi interessa, lo si acquista qui.
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin (1939): ne parlo anche più avanti, nella sezione sui video in arrivo, perché questo classico di filosofia estetica ho cominciato a rileggerlo per la rubrica Book Club storico-filosofico che tengo periodicamente sul canale YouTube. A distanza di qualche anno dalla prima lettura, ancora mi stupisce quanto Benjamin fosse, a fine anni '30, avanti coi tempi, in grado di capire come si sarebbe evoluta l’arte (e il nostro rapporto con l’arte) nel secolo successivo. Non è un caso che ancora oggi sia uno dei libri più studiati del Novecento. Potete comprarlo qui.
Aristotele detective di Margaret Doody (1978): la serie di gialli dedicata ad Aristotele è relativamente famosa; conosco colleghi che la fanno leggere anche a scuola. Io però non l’avevo mai provata. Da tempo mi ero ripromesso di farlo, comprando anche questo libro, il primo, al quale negli anni ne sono seguiti credo altri undici; ma non avevo mai cominciato a leggerlo. In questi giorni estivi ho finalmente trovato la voglia. Per ora sono ancora agli inizi, più o meno a un quinto del volume, che è anche piuttosto corposo: è già avvenuto l’omicidio, c’è già un accusato e Aristotele è entrato in scena per fare da guida al “difensore”. L’ambientazione nella antica Atene mi pare interessante, anche perché permette di rendersi conto di come scorreva la vita al tempo, tra schiavi, donne sottomesse e un concetto di giustizia ancora piuttosto in divenire; per ora, però, non si vede particolarmente l’impronta dell’Aristotele storico. Nel senso che il personaggio che compare nel libro è sicuramente saggio e posato, come doveva essere il filosofo, ma quello che dice poteva essere messo in bocca a qualsiasi altro saggio del tempo. Vedremo se, col passare delle pagine, l’impronta aristotelica si farà più netta. Se vi interessa, lo trovate qui.
Quello che ho visto
Spazio anche ai film e soprattutto alle serie TV, questa settimana. Come vedrete, per una volta non mi sono buttato sui classici e ho invece preferito qualcosa di recente, se non recentissimo.
Only Murders in the Building, episodi 1.01-1.02 (2021), di Steve Martin e John Hoffman, con Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez: avevo letto buone recensioni su questa serie relativamente nuova che si può recuperare su Disney+. Questa settimana l’ho provata, vedendo intanto i primi due episodi, e globalmente non sono rimasto deluso. Per riassumerla in poche parole, è in pratica Misterioso omicidio a Manhattan di Woody Allen rifatto da Steve Martin, con in più Selena Gomez; e il mix che ne viene fuori per ora non è affatto male. Detta in altri termini: tre sconquassati inquilini di un prestigioso condominio newyorkese iniziano, per noia, ad indagare su una strana morte avvenuta nel palazzo. Sembrerebbe un suicidio, ma i misteri sono dietro l’angolo. Buona anche l’alchimia tra i tre protagonisti, con una Selena Gomez particolarmente adatta al ruolo.
Assassinio sul Nilo (2022), di Kenneth Branagh, con Kenneth Branagh, Armie Hammer, Gal Gadot: anche questo film, uscito al cinema pochi mesi fa, è ora disponibile su Disney+. Come forse saprete se seguite la newsletter, io ho, fin da quando ero ragazzo, un certo debole per Agatha Christie e per Poirot: i suoi gialli non sono – a parte un paio di casi – forse straordinari esempi di alta letteratura, ma in essi aleggia sempre un’atmosfera da Inghilterra perduta che mi affascina. E poi c’è il gioco mentale della collezione degli indizi e del disvelamento del colpevole, la sfida al lettore che la scrittrice mette sempre in campo e che per me rimane intrigante. Ecco, se queste sono le cose che più mi piacciono nei libri di Agatha Christie, devo dire che purtroppo in questo adattamento di Kenneth Branagh le ho ritrovate solo in piccola parte. Da un lato, il regista si è impegnato in maniera piuttosto evidente nel cercare di distaccarsi dall’altro film con lo stesso titolo, quello del 1978 con Peter Ustinov, Mia Farrow, David Niven, Bette Davis, Angela Lansbury e una serie di altri grandi attori; e lo ha fatto lavorando proprio sull’atmosfera, qui più cupa e drammatica, perdendo però forse il classico “stile alla Christie”. Dall’altro lato, visto che il film del 1978 da bambino l’ho visto una miriade di volte, mi ricordavo benissimo la trama e, nonostante i cambiamenti con qualche personaggio secondario, sapevo bene come sarebbe andata a finire la storia. Insomma, questo film non mi ha permesso di gustarmi le due cose che più mi piacciono di Agatha Christie: l’atmosfera da giallo classico e la sfida nel cercare di indovinare il colpevole. Peccato. Non che sia un film tremendo, tutt’altro, ma mi sembra che l’originale con Peter Ustinov rimanga migliore.
The Umbrella Academy, episodi 3.05-3.06-3.07-3.08 (2022), di Steve Blackman, con Tom Hopper, Robert Sheehan, Ritu Arya: mi sto avvicinando anche alla conclusione della terza stagione di The Umbrella Academy, probabilmente la serie più sconclusionata ma allo stesso tempo più fantasiosa e più sorprendente degli ultimi anni. La trama, in questa stagione, continua ad essere complicata: dopo una serie di viaggi nel tempo, i membri dell’Accademia sono teoricamente ritornati al loro tempo, ma hanno trovato una linea temporale ormai sconvolta, visto che loro non sono neppure mai nati. In queste puntate scoprono come mai questo è avvenuto e cercano di nuovo di salvare il mondo, per la verità finora senza troppo successo. Mi mancano due puntate per finire la stagione e sono molto curioso di vedere come andrà a finire (anche perché i presupposti, per il nostro pianeta, non paiono affatto buoni). La serie la trovate su Netflix, dove sono presenti anche le stagioni precedenti, se non le avete viste.
Quello che ho pensato
Ed eccoci, ci siamo. Per una volta non parliamo di grandi questioni filosofiche o sociali, soprattutto perché non ci riesco, non ne ho letteralmente le forze. Di solito lavoro a questa newsletter un po’ per volta durante la settimana, accumulando appunti, pezzi di discorso, e poi sistemando il tutto al lunedì. Anche questa volta avevo cominciato per tempo a prepararmi il materiale, ma da sabato sera sono stato colpito da questa tegola del Covid e le questioni di cui avevo in mente di parlare sono passate decisamente in secondo piano.
Le cose sono andate così. Per tutta la settimana ho passato le mattinate e il primo pomeriggio a scuola, per gli orali di maturità dei miei studenti di quinta. Visto che finivamo sempre alle 15, di solito tornavo a casa stremato e stramazzavo sul divano. Per me gli esami sono molto faticosi, stressanti; mi stanco molto meno a spiegare o a studiare (o a fare video) che a fare esami. Senza contare che poi questa settimana c’è stata anche la festa di compleanno del terzo figlio con tutti gli amichetti, in piscina. Insomma, un tour de force.
Quindi sabato pomeriggio, quando sono tornato a casa stanchissimo, non mi sono più di tanto sorpreso: ormai ci avevo fatto l’abitudine durante la settimana. Non ho nemmeno pensato di star covando l’infezione, anche perché mi ero fatto un tampone un giorno prima (un collega è stato a casa per Covid, durante l’esame), ed era negativo. Mi sentivo relativamente tranquillo.
Poi però verso sera ho visto che non cominciavo a riprendermi, a star meglio, ma che in realtà stavo peggiorando. Avevo la febbre. E all’ennesimo tampone è comparsa la famigerata barretta della positività. Non era la prima in famiglia, ovviamente: nei mesi scorsi sono già stati positivi due figli su quattro e mia moglie. Tre persone su sei, esattamente la metà; una perfetta simmetria che ora si è alterata.
Ovviamente, appena abbiamo visto la mia positività abbiamo adottato il classico protocollo ormai collaudato: in fretta e furia ho raccolto qualche vestito e mi sono trasferito (anzi, barricato) nello studio dove di solito registro i video. Dormo sul divano, ho un bagno solo per me, ho tutto per sopravvivere. Per fortuna due figli sono via, in camposcuola, e gli altri due si sono momentaneamente spostati dai miei genitori. Non vedo i figli da 48 ore e mi mancano abbastanza, ma anche la moglie l’ho vista solo per brevi spezzoni. È il destino del tipo in quarantena, come molti di voi già ben sanno.
Grazie alle meraviglie della didattica integrata stamattina sono però riuscito a presenziare all’ultima giornata di Esami di Stato tramite Google Meet, ascoltando e ponendo domande agli studenti a distanza, così da riuscire a chiudere il tutto nei tempi stabiliti.
Quindi, per carità, finora mi è andata anche bene. Però gli ultimi due giorni sono stati complicati. Per fortuna ho fatto tutte e tre le dosi di vaccino (l’ultima a dicembre 2021) e certo non ho preso la malattia nella sua forma più grave; però da due giorni faccio una fatica tremenda a tenere gli occhi aperti, ho addosso una stanchezza incredibile e, quando non sono sotto farmaci, mi sento una febbre fastidiosa e un certo mal di gola.
Il che vuol dire che negli ultimi due giorni praticamente non sono riuscito a fare granché in termini di video e podcast; anzi, queste parole che sto scrivendo le ho rimandate a lungo perché non riuscivo neppure più a stare davanti a un computer. Per fortuna vostra (o sfortuna, dipende dai punti di vista), questa sera sto meglio e avevo voglia di far qualcosa.
Il tutto per dire che:
a) ovviamente, questo Covid me lo sarei evitato volentieri. Anche perché dovrei pure partire per le vacanze già prenotate e spero di “negativizzarmi” in tempo;
b) per ora i video e i podcast hanno continuato ad uscire con regolarità perché mi ero “portato avanti” nei giorni scorsi, ma può darsi che nei prossimi giorni qualche appuntamento salti. D’altronde, è un anno e mezzo che faccio uscire un video o un podcast ogni santo giorno, ed era evidente che prima o poi qualche colpo l’avrei perso, che la striscia positiva sarebbe presto o tardi arrivata a uno stop. Quindi non vi preoccupate se ad un certo punto per uno o due giorni non dovesse uscire alcun video: mi sto solo riprendendo.
Per questa settimana le “riflessioni” (che riflessioni non sono) terminano qui. Lunedì prossimo, se tutto andrà bene, torneremo a parlare di qualcosa di più sostanziale.
Permettetemi però due parole soltanto, prima di chiudere questo discorso, sugli Esami di Stato. Io li vivo sempre molto male, perché quasi sempre sono insoddisfatto dai risultati; e lo sono a volte perché i ragazzi rendono meno di quanto penso che valgano, altre volte perché non sono completamente d’accordo coi voti assegnati (a volte mi paiono troppo bassi, a volte troppo alti). Da questo punto di vista, sono un perenne insoddisfatto, ma è anche l’esame, per come è strutturato, che ti porta a diversità di vedute (magari anche gli altri pensano che i voti che propongo io non siano del tutto equi) o a piccole e grandi ingiustizie che non si possono evitare. Per questo dico sempre ai ragazzi di non dare troppo peso a quei voti: sono delle indicazioni di cui bisogna tener conto, ma non sono tutto.
Ciononostante, sono stato contento quest’anno che moltissimi ragazzi e ragazze che stavano facendo l’Esame in giro per l’Italia mi abbiano scritto per raccontarmi com’è andato l’orale, quali domande hanno ricevuto e, soprattutto, che i miei video in qualche modo li avevano aiutati. Avere degli studenti virtuali, oltre a quelli reali, mi ha inorgoglito molto. E mi ha fatto passare con un po’ di serenità in più questi giorni.
Quello che ho registrato e pubblicato
Ecco anche il solito elenco dei video e dei podcast usciti, per controllare se vi siete persi qualcosa.
Unione Europea: la sua storia: abbiamo cominciato un percorso di educazione civica alla scoperta dell’Unione Europea e delle sue istituzioni, partendo ovviamente dalla storia
D’Annunzio e l’interventismo: la figura di Gabriele D’Annunzio è stata molto particolare anche dal punto di vista storico, oltre che da quello letterario. Iniziamo a presentarlo
I vari regni dell’antico Egitto: diamo un po’ di periodizzazione della civiltà egiziana
Giovanni Gentile: politica e fascismo: la sua impostazione neoidealista portò Gentile a proporre un modello di Stato corporativo, che poi tentò di ritrovare nel fascismo
Le critiche alle prove di Anselmo (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
Il dispotismo illuminato in Italia (per il podcast “Dentro alla storia”)
Il declino dell’Impero Ottomano tra '600 e '700 (per il podcast “Dentro alla storia”)
Quello che puoi fare per sostenere il canale
Se quello che facciamo vi piace e volete darci una mano a farlo sempre meglio (con attrezzatura nuova, libri nuovi ed altro ancora), potete sfruttare alcune modalità di sostegno che abbiamo implementato per voi. C’è il merchandising se vi piacciono le magliette, ci sono le donazioni se vi trovate meglio con Paypal e, infine, ci sono libri e videocorsi che non fanno mai male e che ci fanno arrivare qualche centesimo di euro. Ecco i nostri consigli della settimana.
Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi e Fumitake Koga: chi mi segue da tempo ricorderà che di questo libro ho parlato anche qualche mese fa, nel video con le migliori letture del 2021. Vedo che continua a vendere bene, sia in Italia che nel mondo, e forse è giunto il momento di consigliarlo anche a voi come libro della settimana. Si tratta di un volume semplice, che sembra di self-help, ma che in realtà si richiama completamente alla filosofia e alla psicologia di Alfred Adler, importante pensatore viennese di inizio Novecento, allievo e avversario di Freud. Il libro è strutturato come un lungo dialogo e ricco di esempi concreti, per scavare nella psiche umana e nei nostri comportamenti. Inoltre i contenuti di fondo mi paiono ampiamente condivisibili. Lo si trova qui.
Sketching quotidiano per potenziare la creatività: questo corso – offerto a poco meno di 17 euro e composto però da ben 15 lezioni – vi aiuta non solo ad imparare a disegnare, ma soprattutto a usare il disegno come mezzo per dar sfogo alle vostre idee. E a farlo, soprattutto, con una certa regolarità, che è l’unica cosa che aiuta davvero a fare la differenza. L’insegnante, tra l’altro, è molto brava. Lo si può comprare qui.
Se poi non volete né leggere, né fare corsi, si può sempre liberamente usare Paypal. E grazie anche a chi ha già donato nelle settimane scorse!
Cosa c’è in arrivo
Concludiamo, come al solito, col programma di quello che – Covid permettendo! – potrebbe arrivare nei prossimi giorni:
come ho già anticipato, cominceremo, all’interno della rubrica Book Club storico-filosofico, la lettura integrale e commentata di un nuovo importante saggio: L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin;
continueremo con la storia della politica estera italiana, visto che dobbiamo parlare della Prima guerra mondiale;
vorrei poi portare avanti anche le serie sull’antico Egitto e sull’Unione Europea, con un video a testa;
per quanto riguarda i podcast, ne usciranno uno sulla disputa sugli universali e uno per concludere il discorso sull’Impero Ottomano.
Questo è quanto. Ci si vede qui tra una settimana, sperando senza più Covid. A presto!