La scuola che ricomincia, gli inganni della realtà, le pandemie della fantascienza e gli horror più o meno filosofici
La scuola è cominciata già da una settimana, ormai, e sono già indietro col programma. No, scherzo: sono ancora abbastanza in linea, ma è cominciata la corsa verso le cose da dire e da fare prima che il tempo scorra via troppo in fretta. E darci il giro inizia a farsi già difficile: la famiglia e le attività quotidiane sono, ultimamente, molto impegnative, e anche la scuola sta cominciando a chiedere parecchio impegno, tra progetti, riunioni e preparazione delle lezioni. Comunque per ora riesco a tenere il passo di tutto, sperando che duri.
Quello che ho letto
Letto molto anche questa settimana, dedicandomi però soprattutto alla narrativa e alla memorialistica. Ecco i libri su cui mi sono soffermato maggiormente:
Uno psicologo nei lager di Viktor Frankl: l’avevo iniziato la settimana scorsa, come ho scritto nella precedente newsletter, e questa settimana l’ho finito anche perché è effettivamente breve. Come dicevo anche l’altra volta, è molto interessante per il ritratto psicologico che dà della vita dei detenuti dei campi di concentramento, e mostra un’ottima capacità di analisi e diversi spunti interessanti. A mio parere, però, Frankl non propone solo un ritratto, dà un’interpretazione molto più ampia, un’interpretazione morale e perfino, direi, metafisica della questione. Insomma, lo psicologo mi pare che ceda il passo al filosofo e così forse il tutto perde un po’ d’efficacia (a meno che non si concordi filosoficamente con lui).
Morte dell’erba di John Christopher: me l’ha consigliato qualche mese fa un mio studente e finalmente mi sono messo a leggerlo. Si tratta di un romanzo di fantascienza post-apocalittica scritto negli anni ‘50; ed è molto attuale, perché al centro della trama c’è un virus che proviene dalla Cina e rischia di mettere a repentaglio la vita in tutto il mondo. Non si tratta del Covid-19, ovviamente, ma di un virus che colpisce il raccolto, inizialmente il riso e poi le graminacee. Questo porta presto a carenze di cibo e sembra preparare a una catastrofe, a un momento in cui gli uomini lotteranno tra loro per sopravvivere e si cadrà in una sorta di stato di natura; ovviamente il tema si collega a varie riflessioni filosofiche, soprattutto, mi pare, all’homo homini lupus di Hobbes. Sono più o meno a un quarto del libro: i protagonisti stanno cercando di scappare da Londra. Vedremo come procederà.
Illusioni di Richard Bach: da qualche anno propongo alle mie classi la lettura di alcuni romanzi (oltre che di testi filosofici e altro ancora) per approfondire i temi che affrontiamo in classe e anche per vederli da un punto di vista diverso, più narrativo. Uno degli argomenti, legato soprattutto al programma di quarta, è quello delle illusioni e della realtà ingannevole delle cose. Finora, a quel “gruppo di lavoro” ho sempre assegnato Il Consiglio d’Egitto, bel romanzo di Leonardo Sciascia su un clamoroso falso storico che però i ragazzi non apprezzano granché, perché piuttosto difficile. Per questo sto provando a cercare delle alternative. Mi sono imbattuto in questo libriccino di Richard Bach (quello de Il gabbiano Jonathan Livingston) che, a leggerne i riassunti in rete, sembrava potesse fare al caso mio, e quindi mi sono messo a leggerlo. L’ho in realtà anche quasi finito e no, non era il libro che cercavo: è a tratti mistico, spirituale, non adatto al tema. Ve ne parlerò meglio magari la settimana prossima, quando lo avrò finito.
Quello che ho visto
Film horror e comici, questa settimana; e perfino gli horror a tratti sembrano un po’ comici, o comunque grotteschi. Ecco cosa ho visto e cosa ne penso:
Il buco (2019), di Galder Gaztelu-Urrutia, con Iván Massagué, Zorion Eguileor, Antonia San Juan: è un film spagnolo presente su Netflix e me l’ha consigliato una ragazza su Instagram, visto che lo trovava molto filosofico e voleva discuterne. In effetti c’è molta filosofia, ma anche una discreta dose d’orrore. La storia è semplice: un uomo è rinchiuso all’interno di una strana struttura suddivisa in piani; ogni piano è abitato da due persone, che devono restare insieme per un mese, bloccate lì senza via di fuga. Dall’altro viene calato periodicamente il cibo, ma per tutti c’è un unico tavolo: quindi i piani inferiori possono mangiare solo quello che viene avanzato dai piani superiori. Il film spinge quindi sul tema dello sfruttamento e della condivisione delle risorse, del comunismo e dell’egoismo, perfino dell’homo homini lupus di hobbesiana memoria. Interessante ma anche molto inquietante, quindi guardatelo solo se avete uno stomaco forte, letteralmente.
La signora mia zia (1958), di Morton DaCosta, con Rosalind Russell, Forrest Tucker, Coral Browne: mia moglie nei giorni scorsi ha letto Zia Mame, romanzo di Patrick Dennis degli anni ‘50 pubblicato da Adelphi. Visto che le è molto piaciuto, ha voluto vedere anche il film che ne fu tratto a Hollywood. La pellicola è carina, ma, a suo dire, non rende del tutto l’atmosfera divertente e trascinante del libro (e forse era impossibile replicarla in toto). Soprattutto, alcuni temi che nel libro erano più forti sono rimasti un po’ annacquati nel film, anche se forse questo è dovuto alla traduzione italiana della pellicola, un po’ datata.
The Suicide Squad - Missione suicida (2021), di James Gunn, con Idris Elba, Margot Robbie, Daniela Melchior: come certamente saprete, è una specie di sequel di Suicide Squad, film intrigante ma non del tutto riuscito di qualche anno fa. Anche questo, mi pare, non colpisce del tutto a segno. Certo, James Gunn sa imbastire una storia irriverente e dare spago a personaggi improbabili, però questa Squadra Suicidio non credo che sarà mai al livello dei Guardiani della Galassia. Carino, ma forse esagerato in certi passaggi e non memorabile, almeno secondo me.
It - Capitolo uno (2017), di Andy Muschietti, con Bill Skarsgård, Jaeden Lieberher, Sophia Lillis: l’ho visto perché lo voleva vedere mia figlia. Non male, tutto sommato: lessi il libro da ragazzo, quando avevo 12 o 13 anni come i protagonisti della parte ambientata nel passato, solo che nel romanzo il passato sono gli anni ‘50 mentre nella versione cinematografica tutto è stato spostato avanti agli anni ‘80, a quand’ero piccolo io (o poco prima). La paura, quando vedi un horror di cui sai già tutto o quasi, non può essere la stessa della prima volta, ma rivedersi anche solo vagamente in quei personaggi è stato strano e intrigante. Bravi anche i giovani attori, convincenti.
Quello che ho pensato ma soprattutto vissuto
Come vi dicevo all’inizio, questa è stata soprattutto la settimana del riavvio della scuola. Tornare a spiegare, dopo qualche mese di pausa, è entusiasmante e divertente, anche se ovviamente faticoso, perché ho un po’ perso il ritmo.
Abbiamo ricominciato tutti senza sapere, come l’anno scorso, come andrà a finire: se riusciremo cioè a svolgere le nostre lezioni tranquillamente per tutto l’anno, in presenza, oppure se presto saremo costretti a riprendere la DAD. Tutti promettono che non verrà attivata la didattica a distanza, ma non ci fidiamo, perché una cosa sono i proclami e un’altra è la realtà. Anche per questo, abbiamo fretta di impostare il lavoro, di portarci avanti il più possibile, di iniziare subito a spiegare ed elaborare i piani. Stiamo programmando PCTO, educazione civica, orientamento, iniziative, tutti i progetti possibili con le limitazioni a cui ormai ci siamo abituati… stiamo programmando pure troppo, forse. Ma mi pare, questo, anche il segno che ci sia voglia di fare, che ci sia voglia di non farsi frenare dai “se” e dai “ma”, dalle paure per quello che potrebbe succedere. Il clima è: noi ci proviamo, poi vedremo se riusciremo ad arrivare fino alla fine. Intanto noi facciamo il nostro.
Il tutto poi, personalmente, è reso più complicato dal fatto che, dei miei quattro figli, ben tre hanno cominciato proprio in questi giorni una nuova scuola: il più piccolo è andato in prima elementare, la femmina in prima media e il più grande in prima superiore. Un bel trauma, tutto in una volta. Il primo giorno di scuola è stato particolarmente impegnativo per il piccolo di prima elementare che, a quanto pare, attorno a mezzogiorno ha deciso che per lui era abbastanza e non avrebbe più fatto niente; nei giorni successivi, però, è stato bravissimo. Per gli altri sono già cominciati i test d’ingresso. Ma la cosa più comica è che il figlio maggiore frequenta ora la scuola in cui insegno anche io, il mio liceo; e all’intervallo, il primo giorno, ha fatto finta di non vedermi per non dovermi salutare davanti ai suoi amici (ma al quarto giorno ha accennato quasi a un saluto impercettibile sotto alla mascherina: stiamo facendo progressi).
E voi? Siete tornati a scuola? Avete cominciato l’università? Avete ripreso i soliti ritmi lavorativi? Che aspettative avete per questo anno nuovo?
Quello che ho registrato e pubblicato
Come al solito, questa settimana ho realizzato anche i miei soliti video e podcast. Ecco tutto quello che è uscito:
Tutto Aristotele in un’ora: dopo il video su Platone, arriva anche la summa del pensiero di Aristotele in una sintesi abbastanza estrema. Come dico anche nel video, riassuntoni del genere sono funzionali solo ad un ripasso dopo aver già studiato; però in quel caso possono risultare utili
Così parlò Zarathustra: audiolibro e spiegazione parte 3: continua la lettura integrale dello Zarathustra di Nietzsche, con tra l’altro questa volta alcune delle pagine più famose e belle del libro
L’11 settembre e le sue conseguenze: video di storia che sconfina nell’attualità, ma che dovevo prima o poi fare. Partiamo dagli anni ‘90 per arrivare all’attentato alle Torri Gemelle e poi andare oltre, fino a ricollegarci al video di qualche tempo fa sull’Afghanistan
10 anni da “Per chi suona la campanella”: ho celebrato in diretta un anniversario per me importante: sono passati infatti dieci anni da quando pubblicai con Fazi il mio primo (e per certi versi unico, almeno di un certo peso) libro, Per chi suona la campanella. Qui racconto come nacque quel libro e che vita ebbe
Il Politico e le Leggi di Platone (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
Le industrie e il commercio internazionale nel ‘500 (per il podcast “Dentro alla storia”)
Cosa c’è in arrivo
Cosa c’è in programma per questa settimana appena cominciata? Be’, come al solito tante cose:
in storia parleremo di Cesare a Roma e della sua dittatura;
andremo avanti con lo Zarathustra, con un’altra puntata di lettura e commento;
col podcast chiuderemo finalmente la pagina su Platone (l’ultimo appuntamento sarà dedicato alle dottrine non scritte) e apriremo invece, in storia, quella della riforma protestante.
E poi più avanti (credo non questa settimana) sono in programma Vico, delle lezioni addirittura sul profumo e la cortina di ferro (vi spiegherò poi, fidatevi), una nuova puntata del Travel Club e un approfondimento sulla sociologia dei social network. A presto!