Nella morsa degli influencer, di Fantozzi e di Machiavelli, con spazio anche per Eternals, Hotel Transylvania 4 e Leo Ortolani
Come leggerete più avanti, nell’elenco dei film che ho visto questa settimana figura anche Genitori vs Influencer, commediola italiana ambientata nel mondo della scuola e dei social network che mi hanno indicato i miei studenti. Niente di che, come ho già scritto anche altrove: qualche momento simpatico ma in generale un ritratto sia della scuola che dei social che mi è sembrato banale e forse perfino un po’ stupido.
O almeno questo era quello che pensavo fino a oggi pomeriggio. Poi ho aperto Instagram perché avevo vari messaggi a cui rispondere e mi sono trovato più o meno dentro alla stessa trama del film. Mi sono quasi ritrovato, cioè, nei panni del personaggio di Fabio Volo. Vi racconto tutto più avanti, nella sezione “Quello che ho pensato”. Intanto andiamo con ordine e partiamo dai libri letti questa settimana.
Quello che ho letto
Oggi vi propongo libri molto diversi tra loro: uno è una specie di biografia, un altro è un saggio filosofico (anche se anche qui con tratti biografici), il terzo è un fumetto comico e demenziale. Procediamo.
Fantozzi dietro le quinte di Elisabetta Villaggio: dopo averlo visto segnalato da qualcuno che l’aveva letto sui social network, mi sono procurato questo libriccino scritto dalla figlia di Paolo Villaggio e dedicato a suo padre. Il volumetto è agile, si legge in un soffio ed è abbastanza sentito. C’è soprattutto il ritratto umano di Villaggio, qualcosa della sua biografia e molto del suo carattere. Forse poteva essere più corposo, più approfondito, anche più tecnico, ma è stato pensato come un memoriale di una figlia e quindi prevale l’aspetto per così dire personale, familiare. Mi rimane però la voglia di approfondire meglio la figura di Paolo Villaggio, che è stato un comico particolarissimo (soprattutto agli inizi) e meriterebbe qualche approfondimento magari anche a livello di semiotica del linguaggio.
Le visionarie di Wolfram Eilenberger: ho già parlato di questo libro qualche settimana fa, quando avevo cominciato a leggerlo. Ora sono ormai a tre quarti e direi che è davvero, davvero interessante. È un saggio a metà via tra la biografia e l’analisi filosofica, visto che ripercorre in parallelo l’esperienza biografica e la formulazione delle idee di quattro donne negli anni ‘30 del Novecento: Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Ayn Rand e Simone Weil. Quattro donne ben diverse tra loro, ma legate dagli stessi problemi: la riflessione attorno a individualismo, collettivismo, esistenzialismo, guerra, affermazione, rapporto con gli uomini. La scelta di Eilenberger di trattare tutti questi temi attraverso le vite parallele delle quattro donne mi pare molto azzeccata. Sto già meditando, una volta finito questo libro, di leggere anche il lavoro precedente dello studioso, Il tempo degli stregoni, dedicato a quattro grandi filosofi (questa volta uomini) degli anni ‘20: Walter Benjamin, Martin Heidegger, Ludwig Wittgenstein e Ernst Cassirer.
Cinzia di Leo Ortolani: chi è appassionato di fumetti conosce benissimo Leo Ortolani: è il creatore di Rat-Man, uno dei personaggi di maggior successo degli ultimi vent’anni. Quando, qualche anno fa, chiuse la serie da edicola dedicata al suo supereroe, Ortolani cominciò a realizzare dei lavori “da libreria”, più meditati e ariosi. Il primo fu questo Cinzia, che riprende uno dei personaggi proprio di Rat-Man, dandogli però un’esistenza propria e autonoma dal supereroe imbranato. La cosa particolare, però, è che Cinzia è una donna trans, in attesa di intervento; argomento ovviamente delicatissimo, come potete facilmente intuire, su cui è facile scivolare, soprattutto quando si è autori di fumetti comici e a tratti demenziali. Il libro non l’ho ancora finito ma Ortolani lo conosco bene, e avevo fiducia che, nonostante l’argomento spinoso, ne sarebbe uscito ottimamente; e finora mi pare che effettivamente riesca a trattare il tema con la sua solita ironia ma anche con una buona dose di rispetto. Ne riparliamo quando sarò arrivato alla parola fine.
Quello che ho visto
Ed eccoci ai film. Partiamo da quello che vi ho anticipato nella premessa e poi passiamo a due novità appena uscite sui servizi di streaming.
Genitori vs Influencer (2021), di Michela Andreozzi, con Fabio Volo, Ginevra Francesconi, Giulia De Lellis: questo film, come ho scritto anche sui social, mi è stato consigliato dai miei studenti, soprattutto come gesto di sfida. Il protagonista – interpretato da Fabio Volo – è infatti un professore di filosofia che, per una serie di circostanze, si “butta” sui social, ottenendo un ottimo successo soprattutto tra le persone della sua generazione. La commedia gioca infatti sul contrasto tra i “vecchi” e i “giovani”, per la verità in modo non particolarmente originale e a tratti anche non troppo convincente. Al di là di tutto, a me non è piaciuto più di tanto perché mi pare siano stati maltrattati un po’ i personaggi: sia il prof che la influencer, infatti, sono troppo ondivaghi nelle loro convinzioni e agiscono a volte tradendo il loro stesso personaggio, in maniera troppo incoerente. Ma forse mi sbaglio, perché a volte la vita assomiglia a un film poco convincente: ne riparliamo tra poco. Lo potete vedere, se volete, su Amazon Prime.
Eternals (2021), di Chloé Zhao, con Gemma Chan, Richard Madden, Angelina Jolie: è appena stato pubblicato su Disney+ e me lo sono visto, soprattutto perché ero curioso di vedere il talento della Zhao (che ha diretto Nomadland, uno dei film che ho inserito nella mia lista dei migliori dell’anno) applicato su un blockbuster di supereroi. Il risultato mi pare discreto ma non ottimo. Il film è secondo me troppo lungo e i personaggi troppo “kirbyani” (sì, non sono un fan di Kirby), però devo dire anche che il conflitto interiore tra i supereroi relativamente alla loro missione e i passaggi vagamente filosofici mi sono sembrati interessanti. Insomma, alcune cose buone ed altre meno, e forse per un film Marvel questa sospensione tra impegno e disimpegno, tra filosofia e lotta, non gioca tanto a suo favore.
Hotel Transylvania 4 - Uno scambio mostruoso (2022), di Derek Drymon e Jennifer Kluska: uscito direttamente su Amazon Prime, senza neppure passare per i cinema, è il nuovo capitolo della saga a cartoni animati di Hotel Transylvania. Saga che non ho mai particolarmente amato, ma che di tanto in tanto in passato ha anche presentato qualche gag o sequenza riuscita. Qui il risultato non è granché, ma se avete dei figli che amano i cartoni si può guardare tranquillamente: è un prodotto tutto sommato innocuo.
Quello che ho pensato
Allora, parliamo di questa mia esperienza da genitore/influencer/professore. Come vi dicevo, ho visto questo film, Genitori vs Influencer, che ho trovato piuttosto irrealistico. O almeno così mi sembrava.
Poi ieri, per tutt’altro motivo, ho fatto un post che ha provocato un effetto a catena che mi ha portato in un certo senso ad indossare i panni di Fabio Volo. Raccontiamo tutto con ordine. La stessa classe che mi ha suggerito il film in questione mi ha anche fatto vedere, qualche giorno fa, un video su TikTok. Non che io frequenti quel social network, né che in genere mi interessi quello che ci finisce sopra; ma in quel caso c’entrava con la filosofia.
Una studentessa infatti mi ha chiesto se era vero quello che sosteneva una tiktoker, cioè che Socrate non fosse mai esistito. Io sono rimasto piuttosto basito, nel senso che tra le mille questioni della filosofia che possono essere oggetto di dibattito, quella mi giungeva decisamente nuova. Le ho chiesto di passarmi il link, convinto che avesse frainteso. Poi l’ho aperto e invece aveva ragione lei: una tiktoker sosteneva proprio (in stile dubitativo, però in realtà piuttosto chiaro) che Socrate poteva essere un’invenzione di Platone. Parlava di “questione socratica” ponendola alla pari della “questione omerica”: come abbiamo dubbi sulla reale esistenza di Omero, dovremmo avere dubbi sulla reale esistenza di Socrate.
Sulle prime mi è venuto da ridere. Mi son detto: «Che scemenze che girano su TikTok», e l’avrei chiusa lì. Anzi, se fossi stato saggio avrei dovuto chiuderla lì. Purtroppo mi sono detto: adesso apro i commenti, visto che qualcuno le avrà sicuramente detto che ha sbagliato. Mi sono accorto così che i commenti erano migliaia, e che più o meno tutti dicevano: «Oh, prof, mi hai aperto gli occhi»; «Ah, finalmente ho capito» e cose di questo genere. Nessuna voce contraria, nessuno che avanzasse timidamente una critica. Tutti le avevano creduto. O almeno le decine di commenti che saltavano fuori per prime erano di quel tono.
A quel punto non ridevo più. Il post (che durerà un minuto, perché su TikTok quella è la durata) aveva quasi 150.000 like e centinaia e centinaia di commenti. Probabilmente superava il milione di visualizzazioni, immagino. Ho pensato che a vedere quel video erano stati, probabilmente, soprattutto ragazzini. E ho immaginato che se i miei studenti almeno avevano avuto il buon senso di chiedere spiegazioni al loro prof, molti altri non l’avrebbero fatto. Quindi, mi son detto, ora ci sono centinaia di migliaia di ragazzi, in Italia, convinti che Socrate non sia mai esistito, perché gliel’ha detto una tipa su TikTok.
Il guaio è che non è così. Socrate è esistito. Nel senso: abbiamo svariate testimonianze, da diversi autori coevi, dell’esistenza di Socrate. E la “questione socratica” infatti riguarda tutt’altro: gli studiosi da secoli cercano di capire cosa Socrate abbia detto e pensato, non se sia esistito. Perché, ricorderete, il problema di Socrate è che non volle scrivere nulla. Questo, in estrema sintesi, è il concetto; ma l’idea della non esistenza di Socrate non è neppure una fantasiosa ipotesi: è una stupidaggine.
Ho avuto la tentazione di scrivere qualcosa io nei commenti sotto a quel video su TikTok, ma poi ho lasciato perdere. Ho fatto solo un post sui miei social, diretto soprattutto ai miei studenti (che non dovrebbero seguirmi, ma lo so che mi seguono) per dire che no, Socrate è esistito. Fine.
Come vi dicevo, però, mezz’ora fa ho aperto Instagram e ho visto che c’erano delle richieste di messaggi, cioè messaggi mandati da persone che non mi seguono. A volte succede: perlopiù mi chiedono chiarimenti sui video. E invece questa volta c’erano persone che mi dicevano di andare in pensione, che sono un “vecchio” e altre cose del genere.
Sulle prime non ho capito. Ho pensato: forse ce l’hanno con me per quello che ho scritto sulla DaD, in un post di qualche giorno fa? Forse l’ultimo video che ho pubblicato era noioso? Mah. Ci ho messo un po’, ma i messaggi erano svariati e non riuscivo a capire da dove partissero, se fossero ironici o seri e perché ce l’avessero con me.
Poi sono arrivato alla fonte. Da quello che ho capito, qualcuno ha ripreso il mio post di ieri, quello in cui dicevo che Socrate è esistito, e l’ha inviato alla tiktoker. A quel punto lei ha replicato con una storia su Instagram, taggandomi; e da lì i suoi fan hanno cominciato a scrivermi inviperiti, dandomi del vecchio babbione che non capisce TikTok, non capisce i giovani e non capisce la cultura.
Io la storia della tiktoker non l’ho letta e non la voglio leggere, ma immagino (ipotizzo) che si sia offesa, forse anche perché nel mio post scrivevo che non bisogna mai fidarsi dei prof e che non bisogna mai fidarsi dei prof che fanno video. Credo non abbia colto l’ironia, non sapendo che anch’io sono un prof e anch’io faccio video. O forse l’ha colta e se ne è fregata, non so.
Insomma, la tipa credo si sia sentita come il personaggio di Genitori vs Influencer, l’influencer ingiustamente attaccata dal vecchio prof di filosofia, e quindi abbia fatto partire (non so se consapevolmente o meno) il flame. Il che è un po’ ironico, vero? Vedi un film, dici che è una scemenza irrealistica e pochi giorni dopo ci sei esattamente dentro. E nella parte del cretino, per di più.
C’è però una differenza, tra me e il film: non ho aperto e non aprirò il post della tiktoker. E non lo aprirò perché so già che se lo facessi, poi vorrei replicare. Invece non alimenterò il flame: qui ne racconto solo perché mi ha fatto ridere e perché mi pare emblematico della situazione. D’altronde, ho sbagliato anch’io: non avrei dovuto replicare, perché replicare su internet serve a poco, forse a nulla.
Dico solo questo, però, e lo dico anche a me stesso: quando si scrive, si registra, si parla, capita di fare degli errori. Spesso piccoli, a volte grossi; è inevitabile. E però se creiamo contenuti, testi, video o quant’altro abbiamo anche una responsabilità: la gente che ci ascolta crede a quello che diciamo. Crede purtroppo anche in maniera acritica a quello che diciamo, soprattutto se a seguirci sono ragazzi giovani e distratti. Proprio per questo, abbiamo la responsabilità di stare molto attenti, di controllare mille volte, di essere il più possibile precisi; e di non cercare il like per il like.
Quello che ho registrato e pubblicato
Ecco come al solito anche i video e i podcast che sono usciti negli ultimi sette giorni. Sperando che non ci siano errori, considerando quello che ho appena scritto!
Il pensiero di Machiavelli: finalmente, dopo molte richieste, ho realizzato un video per introdurre al pensiero di Machiavelli e soprattutto ai contenuti del Principe:
Tutta la Prima guerra mondiale in un’ora: ritorna il format che vede un argomento piuttosto lungo sintetizzato in un’ora di video; questa volta tocca alla Prima guerra mondiale:
Così parlò Zarathustra: audiolibro e spiegazione parte 18: ci avviciniamo ancora un altro po’ alla conclusione del classico di Nietzsche
La dinastia Giulio-Claudia: Tiberio e Caligola: i primi due eredi di Augusto furono Tiberio e Caligola, personaggi controversi e non sempre facili da comprendere
La fisica degli stoici (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
La Russia tra Cinquecento e Seicento (per il podcast “Dentro alla storia”)
La crisi del Seicento (per il podcast “Dentro alla storia”)
Cosa c’è in arrivo
Prima di salutarci, ecco il consueto breve elenco di anticipazioni su cosa preparerò nei prossimi giorni (o settimane):
vorrei provare a lanciare un altro paio di video della serie “in un’ora”: in programma ho Marx e Rivoluzione francese + Napoleone;
devo realizzare le nuove puntate della serie Come muoiono i filosofi e La questione nord-irlandese;
nei podcast infine andremo avanti con gli stoici (in filosofia) e con la crisi del ‘600 (in storia).
E questo è tutto. Ci vediamo qui tra una settimana, sperando che nel frattempo almeno un po’ di quest’ondata Covid sia passata. A presto!