Sulla riapertura delle scuole e come ne discutiamo in quest'epoca di tensioni, su Harry Potter letto e rivisto, su come avviarsi allo studio della logica e sulla scomparsa di Enrico Berti
Stamattina qui in Veneto è ricominciata la scuola, in modo un po’ azzoppato e incerto. Già in serata sono arrivati a fioccare i primi positivi – un po’ dove insegno, un po’ dove vanno a scuola i miei figli – e quindi ho il timore che il percorso scolastico sarà, per le prossime settimane, tutto in salita. Incrociamo le dita. Per distrarci, intanto, parliamo un po’ di storia, di filosofia, di libri, di film e di riflessioni, come al solito.
Prima di addentrarci però nel classico elenco commentato, vi segnalo che è venuto a mancare nei giorni scorsi Enrico Berti, studioso di Aristotele tra i più importante degli ultimi decenni, oltre che professore emerito all’Università di Padova, vicino a casa mia. Nel febbraio del 2018 l’avevamo anche ospitato a scuola per una conferenza tenuta davanti anche ai miei studenti di allora.
Negli anni è stato autore di un famoso manuale abbastanza diffuso nelle scuole superiori (il Berti-Volpi, pubblicato da Laterza) e di svariati scritti, tra i quali vi segnalo In principio era la meraviglia, dedicato in generale ai grandi temi della filosofia antica, e la Guida ad Aristotele, forse il miglior testo introduttivo su tutto il pensiero di Aristotele. Se volete recuperarli, è il momento giusto.
E ora cominciamo.
Quello che ho letto
Questa settimana ho finito ben due libri, che in realtà mi portavo dietro da molte settimane. Però è bello sapere che appena al 10 gennaio il novero dei libri conclusi e archiviati è già a quota 2. Vediamoli.
Harry Potter e il calice di fuoco di J.K. Rowling: nell’ultimo paio d’anni in famiglia abbiamo scoperto gli audiolibri. Li ascoltiamo in auto, durante i lunghi viaggi, perlopiù in estate. Nel giro di una vacanza, in cui ci si sposta spesso per lunghi tratti, si ha infatti modo di leggere (o, meglio, di sentire) tomi anche di una certa importanza. Non è un tipo di fruizione che si rivela efficace per qualsiasi tipo di lettura: i saggi, ad esempio, non si riesce a seguirli con la dovuta attenzione, a meno che non siano “leggeri”. Certi romanzi, invece, si rivelano straordinari. È stato così, almeno per noi, anche per la saga di Harry Potter, che stiamo sentendo letta dalla voce di Francesco Pannofino, il doppiatore e attore che nella riduzione cinematografica presta la voce ad Hagrid ma che in questo caso, ovviamente, fa tutti i personaggi. Abbiamo già letto, nei mesi scorsi, Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti e Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, finito quest’estate. Negli ultimi mesi invece ci siamo dedicati al quinto libro, Harry Potter e il calice di fuoco, che abbiamo concluso finalmente questa settimana (dico “finalmente” perché dura quasi 21 ore: ce ne sono voluti di viaggi per finirlo!). Un libro di cui ovviamente sapevamo già molto, avendo visto più volte i film, ma che sentire nei dettagli è comunque molto interessante. Non serve, credo, che dica molto sulla trama o sulla saga in generale: sono arcinoti. Dirò che all’inizio questo romanzo in particolare non mi aveva del tutto convinto, con la lunga digressione sulla Coppa del Mondo di Quidditch, la faccenda degli elfi domestici e forse qualche dilemma adolescenziale di troppo, mentre Harry Potter e il prigioniero di Azkaban mi era sembrato più equilibrato e riuscito; però devo anche ammettere che Il calice di fuoco cresce alla distanza e tutta la (lunga) parte finale è veramente ben scritta e ben condotta dalla Rowling. Quindi alla fine il risultato è più che buono, anche per un adulto.
Proprio come te di Nick Hornby: se Harry Potter l’ho sentito assieme ai figli, Proprio come te l’ho letto per conto mio; anche questo, per la verità, me lo portavo dietro dall’estate, come ho scritto anche la settimana scorsa, ma finalmente sono giunto all’ultima pagina. Non mi è dispiaciuto, anzi, ma in generale mi è sembrato un po’ ondivago e senza un focus troppo chiaro su dove andare a parare. Rimane la prosa accattivante, come al solito, di Hornby e qualche spunto interessante qua e là, soprattutto su come convivere quando si è molto diversi e la si pensa in modo opposto su varie questioni.
Logica for dummies di Mark Zegarelli: ho scritto, nelle scorse settimane, di La buona logica, saggio di Legrenzi e Massarenti che mi ha un po’ deluso, visto che cercavo una introduzione alla logica formale da passare ai miei studenti e invece ho trovato un libro piuttosto dispersivo e con pochi contenuti. Quest’altro volume, uscito all’interno della linea For dummies che sicuramente conoscerete, è invece stato finora una piacevole sorpresa, rivelandosi molto meno stupido di quel che pensavo. Quella linea di libri, infatti, si occupa di solito di manuali (spesso di informatica) appunto per “negati”, molto semplici e anzi a tratti addirittura troppo semplici; sono gli Aranzulla prima di Aranzulla, per intenderci, con tutto il rispetto per Salvatore Aranzulla. Quando Logica for dummies mi è capitato tra le mani, insomma, temevo che parlasse di logica in termini ancora più elementari di quanto non avessero fatto Legrenzi e Massarenti, e invece, con mia grande sorpresa, si è rivelato il libro che cercavo. Niente di trascendentale, ovviamente: non certo un libro che può andar bene per chi affronta l’argomento a livello universitario. Ma per chi fa il liceo (o chi è semplicemente curioso) e vuole una panoramica generale, d’avviamento, sull’argomento ma anche ben strutturata e abbastanza completa, il libro potrebbe fare al caso suo. Devo ancora finirlo e sono per la verità solo a un quarto del totale, ma me lo aspettavo francamente peggio.
Quello che ho visto
Molta magia, un po’ di fantascienza e un po’ di Hitchcock, questa settimana, nell’elenco dei film visti. Eccoli.
Io sono leggenda (2007), di Francis Lawrence, con Will Smith, Alice Braga, Charlie Tahan: la storia la conoscevo, perché il libro da cui è tratta – l’omonimo romanzo di Richard Matheson – è piuttosto famoso. Non avevo però mai visto l’adattamento con Will Smith e ho rimediato con la famiglia proprio in questi giorni. Il film è discreto, anche se forse si poteva sviluppare meglio qualche punto della trama; c’è da dire che però, da un lato, è ben difficile rendere appassionante un film con un solo personaggio (l’ultimo uomo sulla Terra, praticamente) e dall’altro che ormai di storie post-apocalittiche come questa ne abbiamo viste a iosa e nulla ci sorprende più. Insomma, non so se lo consiglierei a molti; se avete lo stomaco forte, 28 giorni dopo è meglio, anche se è incentrato su un tema simile.
Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), di David Yates, con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson: dopo aver finito il quarto libro, in famiglia hanno subito voluto rivedere il quinto film che, soprattutto se paragonato all’esperienza immersiva del romanzo, ci è sembrato un po’ scialbo. Lo ricordavamo meglio, più teso, e invece a tratti in questa visione (che, per carità, sarà la quarta o la quinta) ci è sembrato quasi noiosetto. Comunque presto ci immergeremo anche nella lettura di questo capitolo e magari il libro ci permetterà di rivalutarlo.
Il ritorno di Mary Poppins (2018), di Rob Marshall, con Emily Blunt, Lin-Manuel Miranda, Ben Whishaw: il seguito di Mary Poppins, confesso, non l’avevo ancora visto, ma mia madre qualche sera fa si è premunita di scrivermi un apposito messaggio su WhatsApp perché lo guardassi (e lo facessi vedere ai pupi) visto che lo trasmettevano sulla Rai. Ho, ovviamente, obbedito, anche se credo fosse più di un anno che non mettevo Rai1. Il film non mi pare riesca a catturare la stessa magia della pellicola con Julie Andrews e Dick Van Dyke, ma era francamente impossibile; soprattutto qui mi sono sembrati un po’ spenti i personaggi di contorno. Invece mi pare che Emily Blunt sia stata brava: era uno di quei classici ruoli che ti rovinano una carriera, e invece ne esce a testa alta.
Nodo alla gola (1948), di Alfred Hitchcock, con James Stewart, John Dall, Farley Granger: per la serie “se non piazzo almeno un film di Hitchcock o di Truffaut a settimana non sono contento”, negli scorsi giorni ho riguardato dopo vari anni Nodo alla gola, famoso soprattutto perché fu girato in quello che apparentemente pare essere un unico lunghissimo piano sequenza (anche se in realtà, nascosti, ci sono dei raccordi, un po’ come in Birdman). Il film è bello e la storia affascinante, anche perché ispirata ad un fatto realmente accaduto: due coinquilini di buona famiglia, probabilmente omosessuali (anche se nel film questo non viene mai detto in maniera esplicita), uccidono un loro compagno di studi. Il movente non c’è: è solo un gioco, una specie di esperimento. Hanno letto Nietzsche e, forti del loro quoziente intellettivo elevatissimo, si sentono degli uomini superiori che non sono tenuti a rispondere alla morale tradizionale. Visto che l’omicidio avviene proprio nella primissima inquadratura, tutto il film è giocato sulla tensione del capire se verranno smascherati e scoperti oppure no. Un classico, ancora appassionante.
Quello che ho pensato
La scuola, come avrete letto in premessa è ripartita, qui in Veneto questa mattina. Siamo tutti un po’ sospesi, noi insegnanti e penso anche noi genitori: perché da un lato è bello tornare a vedere i ragazzi e garantire un po’ di normalità, dall’altro siamo convinti che non durerà a lungo, almeno non in questi termini. Stamattina in una mia classe avevo 20 ragazzi in aula e 6 a casa, in quarantena. E la proporzione è destinata ad alterarsi in peggio, temo, anche al di là di quanto possa essere sicura la scuola; senza contare che, se facessimo tamponi a tappeto, probabilmente ne troveremmo molti altri, di positivi, che non sanno di esserlo.
Questa mia perplessità ho provato ad esprimerla, domenica mattina, in una serie di tweet che hanno suscitato una reazione strana. Nel post mi dicevo anch’io incerto, combattuto: perché conosco bene i pro e i contro di ogni decisione di questo tipo. Ho studenti che hanno il terrore di tornare in DAD (e soprattutto di tornarci a lungo), ma anche altri che invece la vedrebbero come necessaria; e conosco genitori disperati per la scuola che riparte in queste condizioni e altri invece sollevati che la scuola abbia retto (o stia tentando di reggere) alla quarta ondata. Spesso queste opinioni, che mi paiono tutte legittime perché abbracciano la questione da un punto di vista che ha ragione di esistere, vengono però sbattute in faccia agli altri, a volte anche con una certa violenza. Lo facciamo sempre più spesso, oramai.
Ho letto infatti e continuo a leggere (e in parte mi sono arrivati anche dopo quei tweet) commenti in cui ci si “sfancula” – passatemi il termine – a vicenda semplicemente perché si vorrebbe una soluzione diversa da quella dell’interlocutore. Chi vorrebbe la scuola chiusa a volte (sottolineo: a volte) sfancula chi la vorrebbe aperta e chi la vorrebbe aperta a volte (a volte) sfancula chi la vorrebbe chiusa. Insomma, invece di parlarci e di dirci perché la vorremmo chiusa o perché la vorremmo aperta, di condividere le nostre ragioni, crediamo che gli altri siano imbecilli. Per la verità non sono imbecilli, almeno non in questo caso: vedono la cosa semplicemente dalla loro prospettiva, limitandosi a quella.
È un discorso che su queste colonne abbiamo in parte già fatto, ma che vale la pena di rifare: siamo sempre di più ripiegati su noi stessi; esiste solo la nostra prospettiva. E facciamo sempre meno sforzi per capire la prospettiva altrui; prospettiva che a volte è cretina (sì, i cretini esistono, e non sono pochi), ma a volte ha anche un suo senso.
Quello dell’insegnante, da questo punto di vista, è un mestiere straordinario e difficile; perché conosci tante persone diverse – colleghi, studenti, genitori –, ognuno con una diversa sensibilità. E se hai voglia di starli a sentire, capisci anche come mai esistono queste diverse sensibilità e come mai tante persone possano arrivare a conclusioni così diverse.
Sono sempre più convinto che una soluzione seria a problemi di questo tipo possa essere trovata solo ascoltandosi. Non dando ragione a tutti, che è impossibile, ma quantomeno considerando tutti. Problemi seri esigono capacità di comprensione seria; problemi complessi esigono risposte complesse.
La risposta poi sarà sempre una: a volte un compromesso tra le parti, altre volte una scelta più netta, a seconda delle situazioni e delle necessità; ma dobbiamo sforzarci di considerare e ascoltare, di complicarci la vita invece che di semplificarla. Smettendola di pensare che esistiamo solo noi e che quindi solo le nostre esigenze (paure, speranze, stanchezze, voglie) abbiano senso.
Il guaio è che alcune voci si sentono, e finiamo per ascoltarle; ma sono spesso solo le voci di quelli che urlano più forte. Sono le voci più estreme, o quelle più organizzate, di quelli che sanno fare gruppo.
Tante altre voci, che sarebbe utile sentire, invece scompaiono nel marasma generale, forse perché le diamo per scontate, forse perché siamo pigri e non abbiamo voglia di sentirle. Eppure ci sono.
Quello che ho registrato e pubblicato
Questa settimana sono arrivati video sulla storia medievale e quella contemporanea, mentre per quanto riguarda filosofia ci siamo dedicati a due progetti “collaterali”. Ecco tutto quello che è uscito da martedì scorso ad oggi.
Come muoiono i filosofi (medievali): dopo aver presentato le più eroiche e/o curiose morti dei filosofi antichi, qui passiamo a parlare dei pensatori del Medioevo, fossero essi cristiani o musulmani. Anche qui a volte c’è dell’eroismo (nella forma del martirio), a volte c’è del romanticismo (in quella dell’amore impossibile) e a volte ci sono perfino svolte horror
Carlo Magno e l’impero carolingio: com’era organizzato l’impero di Carlo Magno? E quando venne proclamato? Rispondiamo a queste importanti domande
Così parlò Zarathustra: audiolibro e spiegazione parte 17: continuiamo la lettura del capolavoro di Nietzsche, presentando l’incontro tra Zarathustra e alcuni strani profeti o mistici
I “troubles” in Irlanda del Nord: tra il 1968 e il 1998 l’Irlanda del Nord è stata attraversata da un conflitto strisciante, con atti di terrorismi e intimidazione molto gravi. Ecco la storia di quei fatti
La logica degli stoici (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
Come si ragiona secondo gli stoici (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
La fine della Guerra dei Trent’anni (per il podcast “Dentro alla storia”)
Cosa c’è in arrivo
Per concludere, cosa aspettarsi nei prossimi 7-10 giorni, sperando di non essere presto confinati in casa? Ecco qualche anticipazione:
sono in arrivo, a breve, due video importanti di filosofia: il primo è sul pensiero di Machiavelli (tema da lungo atteso), il secondo sarà una grande sintesi su Marx (si dovrebbe intitolare “Tutto Marx in un’ora”, se ci riesco);
anche in storia dovrebbero arrivare video importanti, con la panoramica sulla dinastia giulio-claudia a Roma e forse “Tutta la Prima guerra mondiale in un’ora”;
una puntata, poi, dovrebbe essere sicuramente dedicata allo Zarathustra;
per quanto riguarda i podcast, infine, parleremo in storia della Russia tra '500 e '600 e della crisi del XVII secolo, mentre in filosofia porteremo avanti il discorso sullo stoicismo.
Ecco, questo è tutto. Se la newsletter vi è piaciuta, inoltratela a qualche amico. Alla prossima!
caro Ermanno
sono un artista milanese di 62 anni, da un paio d'anni ho interrotto una carriera manageriale all’interno di una multinazionale farmaceutica e mi sto dedicando anima e corpo al sogno della mia vita, al mio progetto sulla memoria. Le mando un GRAZIE di cuore per la sua splendida iniziativa che è davvero un regalo straordinario ed un quotidiano arricchimento. Spero in futuro di avere l’occasione di conoscerla personalmente, il mio studio a Milano è sempre aperto!
lascio i miei contatti internet, per chi volesse farsi un'idea del mio lavoro
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