Sulla storia d'Italia da Mussolini ad Aldo Moro e oltre, sull'ultima puntata di Stranger Things, su Agatha Christie e Jean-Louis Trintignant, ma soprattutto sugli esami di maturità
Eccoci di nuovo qua, per l’ennesima newsletter settimanale. Questa volta le cose che spero vi interesseranno sono davvero tante: ci sono molti argomenti storici sul piatto, che incontreremo sia tramite i libri che tramite i film, oltre che ovviamente tramite i video che ho preparato; ma ci sono anche interessanti temi sociali: questa settimana vi segnalo in particolar modo il video che ho preparato sulle città del futuro, a cui tengo parecchio.
Qui a Rovigo, nel frattempo, la vita scorre placida. Stamattina nella mia scuola abbiamo fatto la prima riunione per gli Esami di Stato e da mercoledì si comincia con le prove scritte, quindi non posso non fare un “in bocca al lupo” ai miei studenti reali e a quelli virtuali che si stanno avvicinando alle date fatidiche: studiate, abbiate fiducia in voi stessi e cercate di dare il meglio che potete. Forza!
Comunque con gli esami io ne avrò fino all’11 luglio, quindi avremo tempo di parlare ancora delle varie prove. Per il momento, passiamo però ai punti “all’ordine del giorno” della nostra newsletter, che sono tanti. Cominciamo.
Quello che ho letto
Partiamo come al solito dai libri letti nel corso della settimana. Ecco i titoli.
M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati: ve ne ho già parlato la settimana scorsa, ma negli ultimi giorni mi ci sono buttato ancora di più a capofitto. Dico la verità: non avevo troppe aspettative sull’operazione imbastita da Scurati. Non per sfiducia nei suoi confronti, ma perché spesso, quando si cerca di mescolare fiction e storia, in Italia ne viene fuori un compromesso al ribasso. Il lavoro di Scurati invece fin qui – e sono ormai oltre la metà del libro, che sto divorando – mi sembra un compromesso al rialzo. C’è un po’ di ficiton, qualche concessione al lato personale delle vicende (si indugia spesso, ad esempio, sulle amanti di Mussolini o sui suoi duelli e sui livori personali), ma in generale la panoramica è ampia, le scelte sui dettagli su cui soffermarsi sono spesso condivisibili e il quadro dell’Italia tra il 1919 e il 1921 che ne esce è straordinario. Un po’ alla volta, mi sembra che lo scrittore napoletano stia riuscendo a ricostruire con efficacia un’epoca difficile, convulsa, che a volte perfino nei libri di storia si tende un po’ a semplificare. Per ora molto bene, insomma. Per comprarlo, lo si trova qui.
La politica estera italiana dall’Unità a oggi di Liliana Saiu: come vi dirò anche più avanti, in questi giorni sto pensando a una serie di video dedicati alla storia della politica estera italiana. Per prepararli al meglio ho ripreso in mano i miei vecchi appunti, qualche dispensa, qualche libro e in particolare questo saggio, letto ormai qualche anno fa ma ora ricominciato da capo. È un buon lavoro, che fa il punto soprattutto sulla storia diplomatica, sulle alleanze, sulle esigenze, sui cambiamenti di posizione. Forse il Mammarella-Cacace, altro buon libro sull’argomento, è più approfondito, ma anche più dispersivo. Per ora ho riletto i primi cinquant’anni del libro di Liliana Saiu, dall’Unità alla Prima guerra mondiale, ma proseguirò. E presto arriveranno anche i video al riguardo. Per chi vuole comprarlo, basta andare qui.
Aiuto, Poirot! di Agatha Christie: vi ho raccontato che durante l’estate, nei lunghi viaggi in auto, a volte con la famiglia ascoltiamo degli audiolibri. Questa settimana – invece di proseguire con la saga di Harry Potter – per diversificare un po’ abbiamo cominciato questo veloce classico di Agatha Christie, il secondo dedicato al celebre detective belga, scritto addirittura nel 1923. Lo stile è il solito: un omicidio in cui ci sono molti indiziati, una polizia che segue false piste e Poirot che un po’ alla volta comincia a notare dei particolari che solo alla fine si riveleranno importanti. Lo si compra qui.
Quello che ho visto
Spazio anche a film e serie TV, come al solito. Ecco le visioni della settimana.
Stranger Things, episodio 4.07 (2022), di Matt e Ross Duffer, con Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Natalia Dyer: nei giorni scorsi in famiglia abbiamo visto anche quello che finora è l’ultimo episodio della nuova stagione di Stranger Things, in attesa delle ultime due puntate che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Come ho scritto anche sui social network e in parte pure qui nelle settimane scorse, le prime sei puntate della nuova stagione non mi avevano particolarmente esaltato: mi sembravano lente, senza invenzioni, e pure i nuovi personaggi mi parevano poco convincenti. Il settimo episodio però – senza fare spoiler – accelera notevolmente sul versante della trama, unendo parecchi puntini e in parte offrendo la prima vera sorpresa della stagione. Aspettiamo ora il gran finale per dare un giudizio globale sull’ultimo sforzo dei fratelli Duffer, ma almeno c’è stato un bel colpo di coda, interessante. Da rivalutare.
Buongiorno, notte (2003), di Marco Bellocchio, con Maya Sansa, Roberto Herlitzka, Luigi Lo Cascio: visto che l’importante regista Marco Bellocchio sta facendo uscire in questi giorni il suo nuovo, lunghissimo film sul caso Moro, ho deciso di recuperare il suo primo lavoro sull’argomento, ovvero il Buongiorno, notte del 2003. Lo vidi a suo tempo, poi non mi ricapitò più sottomano, ma rivederlo a distanza di tempo me lo ha reso ancora più bello e interessante. Non solo è intrigante l’impostazione generale – che inserisce, volutamente e dichiaratamente, molta fantasia all’interno di una storia fin troppo nota –, ma anche alcune scelte di montaggio mi sembrano, oggi, particolarmente azzeccate (mi riferisco ad esempio alla musica dei Pink Floyd o al parallelismo con le lettere dei condannati a morte della Resistenza). Insomma, un film utile, originale, che fa pensare e che costringe ad interrogarsi. Lo si può vedere su Netflix.
Il conformista (1970), di Bernardo Bertolucci, con Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda: come forse avrete letto, nei giorni scorsi è venuto a mancare Jean-Louis Trintignant, grande attore francese molto attivo – soprattutto negli anni '60 e '70 – anche in Italia. La Rai per ricordarlo ha rimandato in onda (riproponendolo poi su RaiPlay) il film Il conformista, vecchia opera di Bernardo Bertolucci ambientata tra il 1938 e il 1943, nell’ultima fase del dominio fascista in Italia. Film bellissimo, che ho rivisto con piacere. La trama è direttamente ispirata al romanzo omonimo di Alberto Moravia: Marcello Clerici, un giovane in procinto di sposarsi, andando alla ricerca di una vita il più possibile normale e conformistica si avvicina alla polizia segreta fascista, dalla quale riceve l’incarico di uccidere un suo ex professore di filosofia ora rifugiato in Francia. Su questa storia di base poi si innesta un triangolo amoroso ma soprattutto emerge la straordinaria fotografia di Vittorio Storaro, qui al suo meglio. È un film bello, strano, visivamente magnifico, che cerca di cogliere qualche tratto del carattere fascista, o del carattere degli italiani durante il fascismo. E anche qui gli interrogativi che, a fine visione, viene da porsi sono davvero tanti. Uno dei più bei film del periodo.
Quello che ho pensato
Sapete a cosa ho pensato questa settimana? Che la storia d’Italia è una storia grandiosa.
Negli scorsi giorni, infatti, mi sono soffermato a lungo su due aspetti importanti di altrettante importanti fasi della nostra storia: da un lato sulla politica estera degli anni post-unitari, dall'altro sulla politica interna del biennio caldo compreso tra il 1919 e il 1921.
Mi ci sono soffermato soprattutto perché mi sono messo a leggere due libri di cui ho già parlato qualche riga fa, M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati e La politica estera italiana dall’Unità a oggi di Liliana Saiu. Se a questo aggiungete i film Buongiorno, notte, incentrato sul caso Moro, e Il conformista, sul fascismo e l’Ovra, capite bene che mi sono fatto una scorpacciata di storia italiana, di ambiguità, errori, slanci, rivoluzioni e restaurazioni.
Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevo o che studio da una vita, sia chiaro: ma ogni volta che affronto questi argomenti in rapida successione non posso non stupirmi della densità di cose interessanti che sono accadute in Italia in appena un secolo e mezzo di storia. È difficile, infatti, trovare un altro paese in cui si ammassino così grandi mutamenti, così grandi eventi, ma anche così complicate trame in appena 150 anni di tempo. O, meglio: difficile trovare un altro paese in cui ci siano così tanti dettagli originali e interessanti a costellare il grande affresco storico.
Prendiamo ad esempio la Belle époque. In generale, in Europa e nel mondo è stata un'epoca di grandi speranze, di corse coloniali, di progressi tecnico-scientifici e però allo stesso tempo anche di pesanti ombre, tra razzismo, antisemitismo, lotte socialiste che iniziavano a farsi violente e così via. In Italia però quel periodo non è stata solo questo; è stata anche qualcosa di più. Su questo canovaccio di partenza si innestava poi, infatti, tutta una serie di particolarità e peculiarità: ad esempio, il fatto che l'Italia fu forse l’unica grande potenza europea ad incappare in una serie incredibile di sconfitte militari contro i paesi africani; oppure il fatto che in Italia le lotte tra le classi più abbienti e le classi più povere sfociarono addirittura in cannoneggiamenti sulla folla inerme (ricordate Bava Beccaris?); oppure ancora l’irredentismo, Giolitti, D’Annunzio, il primo Mussolini. Quante storie fuori dal comune, nel bene e nel male!
Lo stesso si può dire anche per altri periodi storici, come ad esempio per il cosiddetto biennio rosso: è vero che in tutta Europa c'era allora aria di rivoluzione e si respirava quasi un clima da guerra civile, ma quel biennio in Italia fu sicuramente più caldo che altrove e durò più a lungo, portando ad esiti originalissimi (e nefasti). Prima le contraddizioni del fronte socialista, incapace di portare a compimento quel reale cambiamento che agognava da decenni; poi la fragorosa controrivoluzione fascista, un movimento che inizialmente aveva addirittura venature socialiste ma che nel giro di una stagione portò gli anticapitalisti al servizio dei capitalisti stessi, con lo squadrismo; un movimento che non fu presente di fatto in nessun'altra parte del mondo e che rappresentò un modello per tutte le successive forme di reazione violenta.
L'Italia – lo si dice spesso – è stata il laboratorio del fascismo, certo; ma è stata il laboratorio anche di molte altre cose: dell’irredentismo, del nazionalismo prima democratico e poi imperialistico ma comunque sempre un po' straccione, del dannunzianesimo, del futurismo, di una Resistenza larga e larghissima, e poi col tempo del comunismo all’occidentale, del compromesso tra cattolici e comunisti, del terrorismo brigatista di sinistra e di quello eversivo di destra, della politica personalistica degli anni '80 e '90, dell’antipolitica e di tanto altro ancora.
La storia d'Italia dal 1861 fino ai giorni nostri è piena di legami col resto del mondo, ovviamente, ma anche di virate originali, di colpi di scena inaspettati, di modelli che, nel bene e nel male, sono poi stati imitati anche altrove ma che sono nati nella penisola. Certo, per chi ci vive dentro può essere anche un dramma: abitare nel paese che ha inventato il fascismo non è stato un grande affare per chi l'ha vissuto, ma per chi può guardare a queste cose con un certo distacco – ovvero per lo storico – l’Italia rappresenta un terreno di studio fantastico, irripetibile.
Non so perché il nostro paese possa vantare questo strano primato. Non so neppure, a dirla tutta, se io sia poi così obiettivo, in questo giudizio, o non sia influenzato dal fatto di vivere in Italia e dall’averne studiato a lungo la storia.
Forse – per abbozzare una spiegazione – c'è anche da dire che l'Italia è spesso stata l'ultima arrivata, o almeno l'ultima tra le grandi potenze ad arrivare a certi traguardi; e questo le ha permesso di declinare in chiave originale, per volontà o per necessità, delle tendenze che già erano presenti altrove. L’Italia è stata, Germania a parte, l'ultima grande nazione a darsi la forma dello stato unitario; è stato uno degli ultimi grandi paesi europei a dotarsi di una politica coloniale in Africa; è stato uno degli ultimi paesi europei ad industrializzarsi e a vedere dunque la nascita di una vera e propria classe operaia; è stato l'ultimo paese, tra i più grandi, a laicizzarsi; e così via.
Arrivare sempre per ultimi di solito non è un bene, ma obbliga per certi versi ad innovare, a non ripetere in maniera stantia quanto hanno già fatto gli altri. L’Italia, quest’ansia di rinnovamento spesso l’ha declinata in una chiave particolarmente fantasiosa. Ha preferito, il più delle volte, non imparare dagli errori altrui, ma imbracciare direttamente una strada nuova: cosa che a volte le ha giovato, ma altre volte l’ha portata dritta nel baratro.
Anche i baratri, per lo storico, hanno ad ogni modo il loro fascino, perché ti permettono di chiederti: come è stato possibile arrivare fin lì? E quindi, viva la storia d’Italia, viva il passato così interessante da studiare. Sperando forse, in futuro, di diventare un po’ più noiosi e prevedibili.
Quello che ho registrato e pubblicato
Ovviamente questa settimana sono usciti anche diversi video e podcast. Ecco la lista completa.
Come prepararsi per l’orale di maturità: se state per cominciare gli Esami di Stato, ecco una guida soprattutto all’orale e a come prepararsi per la prova che molti temono
Storia della città: la città futura: concludiamo il percorso sulle città parlando di progetti di riqualificazione urbana che sono molto interessanti
Il piccolo principe - Audiolibro spiegato parte 2: continua la lettura integrale e commentata del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, ormai giunto a un punto chiave
Il linguaggio e l’educazione per Agostino (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
L’ultima Patristica e Boezio (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
La scienza e l’economia durante l’Illuminismo (per il podcast “Dentro alla storia”)
Gli illuministi in Italia (per il podcast “Dentro alla storia”)
Quello che puoi fare per sostenere il canale
Se quello che facciamo vi piace e volete darci una mano a farlo sempre meglio (con attrezzatura nuova, libri nuovi ed altro ancora), potete sfruttare alcune modalità di sostegno che abbiamo implementato per voi. C’è il merchandising se vi piacciono le magliette, ci sono le donazioni se vi trovate meglio con Paypal e, infine, ci sono libri e videocorsi che non fanno mai male e che ci fanno arrivare qualche centesimo di euro. Ecco i nostri consigli della settimana.
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury: sta arrivando l’estate, quindi anche i nostri consigli cercano di adattarsi al clima estivo. Il libro che vi propongo questa settimana infatti parla di caldo, o meglio di fiamme e fuoco: se non lo conoscete, è un celebre romanzo di fantascienza che descrive una società distopica in cui è proibito leggere e possedere libri, tanto che, quando vengono rinvenuti, essi vengono subito messi letteralmente al rogo. Scritto nel 1953, non ha mai smesso di essere incredibilmente attuale e di dare spunti per le riflessioni storiche e filosofiche. Lo si compra qui.
Creazione di un sito professionale con WordPress: vi piacerebbe creare un blog o un sito ma non avete mai capito come fare? Domestika mette a disposizione un buon corso per imparare ad usare WordPress, la piattaforma più usata nel mondo per gestire, appunto, un sito. Il corso è composto da ben 33 lezioni al costo veramente misero di 11,90 euro (in tutto, non a lezione). Vale davvero la pena di provarlo. Lo potete comprare qui.
Se poi non volete né leggere, né fare corsi, si può sempre liberamente usare Paypal. E grazie anche a chi ha già donato nelle settimane scorse!
Cosa c’è in arrivo
Chiudiamo come al solito anche col programma dei prossimi video in arrivo:
presto partirà, come già annunciato, la serie sulla storia della politica estera italiana;
sto preparando, inoltre, il secondo video su Giovanni Gentile;
riprenderemo anche i video di storia romana, visto che ora dovrei avere un po’ più di respiro;
ci sarà spazio per il terzo video su Il piccolo principe;
e poi non mancheranno, ovviamente, i podcast, con l’introduzione alla Scolastica e la partenza, finalmente, del dispotismo illuminato.
E questo, per oggi, è tutto. Ci vediamo qui tra una settimana esatta!