Il futuro del canale YouTube, The Office e De Gasperi, Woody Allen e Il grande Lebowski, il Louvre e l'umorismo nero, ma anche la storia del nostro sistema elettorale, di D'Annunzio e dell'Australia
Prima di tutto: tanti auguri. A chi? Ma a questa newsletter, ovviamente. La prima mail di Cosa sto leggendo, cosa sto vedendo, a cosa sto pensando veniva recapitata nelle caselle di posta dei primissimi iscritti, infatti, il 23 agosto del 2021, esattamente un anno fa (o quasi: l’anniversario preciso sarà domani). Quindi compiano 1 anno. Un anno fatto di libri (se non ho fatto male i conti ne ho finiti ben 51, quasi uno a settimana, e iniziati una marea di altri), di film (118, senza contare le serie TV), di video e podcast (365 in tutto, un’uscita al giorno), di pensieri sparsi.
Il viaggio ovviamente continua, non ho certo intenzione di fermarmi qui, anche perché il numero degli iscritti continua a crescere e mi pare che l’interesse, da parte vostra, ci sia. Arriveranno comunque alcune novità, non tanto nella newsletter in sé quanto nelle mie iniziative online: ve ne parlo meglio nella sezione Quello che ho pensato, più avanti.
Intanto sappiate che in questi giorni mi sono dedicato molto alla programmazione. Programmazione per il canale YouTube, ovviamente, ma anche e soprattutto programmazione scolastica. Proprio stamattina ho ripreso ad andare a scuola con riunioni, progetti e altro, ma in realtà non ho mai smesso di lavorare in vista del prossimo anno scolastico. Ho ripensato la scansione dei programmi, ho affinato (e lo sto facendo ancora, in questi giorni) le mie dispense e i miei schemi, ho implementato sui miei vari dispositivi qualche nuovo strumento che spero mi sarà utile nell’organizzare e tenere le lezioni.
Insomma, come sempre prima della partenza sono pieno di aspettative. Poi, in corsa, dovrò come sempre riprogrammare, cambiare, tagliare o rifare, ma intanto per ora tutto sembra filare.
Bando alle ciance, però: di scuola ci sarà modo di parlare anche più avanti, nelle prossime settimane. Per ora concentriamoci sui classici argomenti della newsletter: libri, film, pensieri, video. Cominciamo.
Quello che ho letto
I tre libri che vi propongo questa settimana sono molto diversi tra loro. Uno è un saggio assai divulgativo; un altro è un romanzo fantasy per ragazzi; il terzo è una raccolta di racconti. Ecco cosa ne penso.
L’equazione della felicità di Mo Gawdat: questo è il libro nuovo che ho cominciato questa settimana. Me lo sono procurato perché ho seguito su YouTube, quasi per caso, un’intervista a Mo Gawdat, l’autore, e alcuni passaggi mi sono sembrati interessanti. Visto che ha al suo attivo diversi libri ma che uno in particolare sembra aver avuto un certo successo, me lo sono comprato: si tratta appunto di questo L’equazione della felicità in cui Gawdat – ingegnere che ha un passato ai vertici di Google – promette di spiegarci quale sia l’equazione matematica per essere felici. Ci riesce? Per il momento, devo dire, non troppo (anche se sono solo a un quinto del libro, quindi è presto forse per trarre conclusioni troppo nette). Nel senso: lui l’equazione effettivamente la dà, la spiega, e cerca anche di applicarla nella vita pratica tramite una serie di esempi e di casi. Il fatto è che il valore di quell’equazione è almeno in parte discutibile. Mi spiego meglio, ma sull’argomento tornerò anche nelle prossime settimane perché mi interessa: Gawdat parte fin da subito da alcuni assunti, da alcune premesse che prende per vere, senza dimostrarle. Ad esempio che la felicità sia pura assenza di dolore. Un assioma che presenta quasi come una novità assoluta, ma che noi che studiamo filosofia in realtà conosciamo da moltissimo tempo (ricordate Epicuro? O gli stoici? O Schopenhauer?). Ma è davvero così? La felicità è davvero solo assenza di sofferenza? Su questo si potrebbe discutere e mi sarei aspettato un po’ più di problematizzazione. Ma anche dando ragione a Gawdat, le tecniche che propone per evitare il dolore mi sembrano un po’ riduttive. Una di quelle su cui insiste parecchio, all’inizio del libro, è ad esempio quella di “pensare ad altro”, proponendo anche qualche suggerimento per metterla in pratica. Certo, lo so anch’io che un buon modo per uscire dal vortice del pensare e ripensare a cose dolorose è quello di distrarsi, ma non sempre si può farlo. A volte le cose dolorose non possono essere evitate. E dunque? Boh, mi sembra un manualetto pieno di buone intenzioni ma un po’ troppo facilone, almeno per i miei gusti (anche se ammetto che, con tutta la filosofia che mi porto sul groppone, ho esigenze piuttosto elevate). Valuteremo comunque meglio andando avanti. Intanto, se vi interessa, lo potete comprare qui.
L’attraversaspecchi 1. Fidanzati dell’inverno di Christelle Dabos: di questo libro vi ho parlato già la settimana scorsa, quando l’avevo cominciato assieme ai miei figli. Siamo andati avanti e ormai siamo oltre quota ⅓ del volume. Giusto per dare un riferimento a chi magari l’ha già letto, siamo arrivati al momento in cui Ofelia è ormai arrivata al Polo e sta esplorando i diversi luoghi e facendo i primi incontri con la gente del posto. Il giudizio rimane, per ora, quello che vi avevo già anticipato: l’ambientazione è molto suggestiva, i misteri cominciano ad emergere e c’è una certa tensione per vedere dove la storia andrà a parare (anche se per ora, nonostante la gran mole di parole, è successo pochino), ma quello che un po’ stona sono a mio avviso i due personaggi principali: sia Ofelia che Thorn mi sembrano piatti, schivi perfino per il lettore. Fa un po’ specie che, in un libro del genere, siano i personaggi di contorno a portare qualche vitalità, mentre i due protagonisti sembrino piatte figure di sfondo, quasi morte. Vedremo. Comunque ai miei figli sta piacendo quindi penso che a degli adolescenti possa fare una buona impressione. Lo si compra qui.
Zero Gravity di Woody Allen: anche la raccolta di racconti che vi menzionavo all’inizio dovreste già conoscerla, perché ve ne ho parlato da poco. Si tratta dell’ultima fatica di Woody Allen, Zero Gravity, un libro composto da tante storie minime, molto “alleniane”, cioè contrassegnate da un umorismo un po’ stralunato. Anche qui sono a poco più di un terzo del volume, ma si tratta di un libriccino molto più piccolo e agevole, che si legge senza fatica. Nei vari racconti, giusto per darvene un assaggio, si parla di mucche che tentano di uccidere l’alter ego di Allen, di galline che diventano scrittrici, di aragoste in cui si sono reincarnati due amici ebrei e altro ancora. Oltre agli animali, ci sono ovviamente anche molti esseri umani. Niente di trascendentale, ma, se vi piace Woody Allen, ve lo consiglio. Lo si compra qui.
Quello che ho visto
Passiamo ora al versante film, o sarebbe meglio dire “audiovisivi” (anche se è un termine che ricorda una grigia aula scolastica, perlopiù). In lista questa settimana ci sono soprattutto classici, a loro modo anche un po’ datati. Cercherò di guardare qualcosa di più recente nelle prossime settimane, ma uno dei vantaggi dei servizi di streaming è che si possono recuperare anche i film un po’ più vecchi con una certa facilità. Ecco cosa ho visto questa settimana.
Il grande Lebowski (1998), di Joel e Ethan Coen, con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore: era da tempo che volevo far vedere questo film al mio figlio più grande. Sì, lo so: c’è qualche scena di nudo, un certo numero di parolacce, un po’ di volgarità assortite. Ma è tutto fatto alla maniera dei fratelli Coen, e questo aiuta a disinnescare molte cose problematiche. Inoltre volevo che il quindicenne provasse una comicità un po’ fuori dagli schemi, come quella di questo che è ormai un classico. Finalmente ci sono riuscito. Credo gli sia relativamente piaciuto, senza slanci, ma credo anche che questa sia la classica impressione che fa Il grande Lebowski a un primo sguardo; ci vuole un po’ perché ti entri dentro e ti conquisti, anche perché è davvero strano. Per me ovviamente non era la prima visione: a distanza di anni credo di apprezzare sempre di più soprattutto l’interpretazione e il personaggio di John Goodman, vero mattatore del film. Lo trovate su Netflix.
The Office (USA), episodi 1.01-1.02-1.03 (2005), di Greg Daniels, Ricky Gervais, Stephen Merchant, con Steve Carell, Jenna Fischer, John Krasinski: anche con The Office siamo ovviamente nel campo del già visto, nel senso che la serie TV (che ormai ha sulle spalle più di quindici anni) la conosco molto bene, sia nella sua versione originale britannica che in questo adattamento americano. Non l’ho però mai vista per intero: quando uscì in Italia per la prima volta non c’era ancora Netflix e veniva trasmessa sui vari canali di Sky. Mi capitava così di vederla qua e là, perdendomi qualche puntata o vedendole in disordine. Ho provato invece nei giorni scorsi a riguardarla da capo, nell’ordine giusto, e magari se avrò costanza riuscirò a rivedermi tutta la prima stagione per intero, colmando anche qualche lacuna (perché qualche episodio potrei effettivamente non averlo visto). Anche qui siamo nei campi dell’umorismo, ma di un umorismo strano, a cui non siamo sempre abituati. Carell, però, è magnifico nella parte, forse addirittura meglio di Gervais nel suo omologo britannico. E poi c’è il giovane Krasinski, la brava Jenna Fischer e tutta una serie di altre cose che meritano attenzione. Anche questa serie la trovate su Netflix.
Sangue blu (1949), di Robert Hamer, con Dennis Price, Alec Guinness, Valerie Hobson: chiudiamo con una vera e propria chicca, ancora una volta dalle parti dell’umorismo (agosto porta un po’ di disimpegno, è inevitabile). Da qualche tempo ho cominciato a usare JustWatch, l’app (ma esiste anche il sito su browser) che vi permette di navigare nel catalogo dei vari servizi di streaming, anche impostando dei filtri. D’altronde, sono abbonato a Netflix, Amazon Prime Video e Disney+, a cui bisogna aggiungere RaiPlay… insomma, star dietro a quello che si può vedere su tutte queste piattaforme è piuttosto impegnativo. JustWatch ti permette invece di controllare al volo se un film è disponibile da qualche parte e di scoprirne anche di nuovi. Così, impostando qualche filtro, ho scovato questo Sangue blu (è su Amazon Prime Video), che è davvero una piccola gemma. Si tratta di un film vecchissimo, del 1949, poco famoso perché realizzato in Inghilterra senza grandi divi (c’è però Alec Guinness, che forse i più giovani conoscono per aver interpretato Obi-Wan Kenobi nel primo Star Wars); ma è un film molto molto divertente. Il protagonista è il giovane rampollo di una nobile famiglia britannica che però è stato completamente diseredato, perché sua madre scappò e lo concepì con un cantante non nobile. Per questo il ragazzo cresce dovendosi mantenere, come un proletario, ma ad un certo punto decide di prendersi una rivincita, uccidendo tutti i parenti che gli stanno davanti nella linea dinastica, fino a diventare lui stesso conte. Detta così sembra una trama macabra, ma in realtà il tutto è raccontato con il classico humor inglese, un umorismo nero che risulta estremamente efficace; inoltre c’è anche qualche colpo di scena che non vi ho raccontato, ma che rende ancora più interessante la pellicola. Tenete conto che l’ho fatta vedere anche ai figli e si sono divertiti. Il film, come detto, lo trovate su Amazon Prime Video.
Quello che ho pensato
Sarà per il fatto che questa newsletter celebra un anno di attività, come vi dicevo nella premessa; sarà che l'estate sta finendo ed è, per chi insegna nella scuola, un po' come la fine dell'anno, come il 31 dicembre, quando si fanno i buoni propositi per l'anno nuovo; sarà per tutta una serie di motivi ma i pensieri di questa settimana sono stati catalizzati soprattutto dal futuro del canale YouTube.
Effettivamente è giunto il momento di fare un po' il punto. Il canale viaggia molto bene: abbiamo più di 30.000 iscritti e decine di migliaia di visitatori che ogni giorno passano a vedere una qualche lezione. I video più visti contano ormai più di 100.000 visualizzazioni, senza contare poi i due podcast, anche loro in crescita e che contano anch’essi migliaia di ascolti ogni singolo giorno. Le richieste, i progetti, le idee sono inevitabilmente tantissime. Talmente tante che bisogna un po' scremare.
Uno dei più grossi problemi che mi sono trovato infatti ad affrontare in questi ultimi mesi è la gran mole di stimoli che ricevo ogni giorno da persone che mi seguono sui social o mi vedono su YouTube. Siete davvero in tantissimi e le cose che mi scrivete sono sempre molto interessanti. Gli haters per fortuna sono rari (e particolarmente stupidi), quindi me ne libero abbastanza in fretta, mentre i messaggi di stima o di riflessione sono oltre ogni aspettativa.
La cosa, ovviamente, mi fa un gran piacere, ma c’è anche un rovescio della medaglia: mi rende difficile riuscire a rispondere a tutti in tempi ragionevoli. Chi mi ha scritto una mail sa che ormai i tempi di risposta si aggirano sulle diverse settimane (proprio ieri sera ho finito di rispondere a gente che mi aveva scritto a metà luglio, per fare un esempio concreto). Va un po' meglio con i social network, ma solo perché in genere lì i messaggi sono brevi, concisi e soprattutto mi sento in colpa a lasciare tutte quelle notifiche non lette e quindi mi obbligo a rispondere. D’altra parte, non posso permettermi di non farlo: chi lo sa se magari, tra messaggio di uno sconosciuto e un altro, c'è anche quello di un qualche parente o di un amico intimo a cui non posso mancare di rispondere. Insomma, coi social network sono più bravo, ma ci metto spesso comunque qualche giorno; con le mail mi servono diverse settimane.
E il problema è che questa tendenza va via via peggiorando, perché man mano che cresce il canale crescono anche i contatti, come è giusto che sia. L’estate è stata già impegnativa, nonostante sia un periodo un po’ “morto” (gli studenti che di solito preparano interrogazioni o esami sono giustamente in vacanza); ma immagino che da settembre il sistema andrà in sollecitazione e mi troverò in difficoltà.
La soluzione più semplice sarebbe smettere di rispondere. È così che fanno i vip, no? Vista la mole immensa di messaggi, tagliano la testa al toro non rispondendo a nessuno. Non è carino, ma è inevitabile, altrimenti si passa la vita a rispondere alle mail e non a lavorare o riposare. Io non sono ancora a quel livello, per fortuna.
Visto che non voglio rinunciare ad avere degli scambi con le persone che mi seguono, ho pensato comunque che si debba trovare un metodo migliore e più efficace per venire a capo di tutta questa faccenda. Anche perché c'è un altro problema da segnalare: a volte alcune persone mi chiedono le stesse cose. Non è raro infatti che mi arrivi un messaggio in cui mi si pone una domanda a cui avevo risposto appena una decina di giorni prima (in una mail però indirizzata a qualcun altro), risposta che magari non faceva altro che replicare un’altra spiegazione data a un’altra persona un mese prima. Insomma, in certi casi ci sono dei quesiti ricorrenti; e sono ricorrenti anche le mie risposte, solo che mi tocca riscriverle ogni volta da capo.
Purtroppo, usando semplicemente la mail o i social network, non riesco ad ottimizzare questo lavoro e quindi mi trovo a riscrivere più e più volte le stesse cose, ricominciando ogni volta dall’inizio, quando magari sarebbe facilissimo – con un altro sistema – semplicemente postare il link alla risposta già scritta in precedenza, una volta per tutte, e sempre disponibile.
Questi sono alcuni dei problemi, ma non sono gli unici. Ce ne sono anche altri. Ad esempio da qualche mese ho aperto alla possibilità di ricevere delle donazioni via PayPal, e devo dire che ci sono state molte persone generose che mi hanno dato una mano e che ringrazio calorosamente. Il problema è che da un lato mi sento un po' in colpa a ricevere dei soldi, per quanto spesso pochi, senza dare nulla in cambio; dall'altro sono molto grato a queste persone ma il più delle volte non so neppure chi siano: leggo i loro nomi sulla notifica del cellulare ma immediatamente dopo mi dimentico chi siano, perché non ho modo di tenere i contatti.
Infine c’è una ulteriore questione, anche se in questo caso non si tratta di un problema ma casomai di una possibilità. Come vi ho già raccontato alcune settimane fa, nell'ultimo anno mi sono impegnato anche alla stesura di un grande manuale di filosofia, nato inizialmente per i miei studenti ma ormai talmente corposo che è un peccato tenerlo nascosto. Al momento in cui scrivo, infatti, le dispense si trovano in tre file (uno per ogni anno scolastico in cui si insegna filosofia) per un totale complessivo di circa 1.900 pagine. Sì, avete letto bene: 1.900 pagine (anche se in formato un po’ ridotto), corredate di spiegazioni, testi originali, schemi, suggerimenti per approfondire e altro ancora.
Ci sto lavorando ormai da più di un anno e, per quanto avrebbe forse bisogno di una revisione professionale, mi pare tutto sommato un buon lavoro. Non è ancora completo e forse non lo sarà mai perché lo aggiorno di continuo, aggiungendo filosofi che non avevo ancora trattato o ampliando argomenti che penso di poter esplicitare meglio, ma intanto è già un bel malloppo e forse varrebbe la pena di condividerlo. Proprio per le centinaia di ore (o forse addirittura migliaia) che ci ho messo a realizzarlo, però, non voglio neppure buttarlo via, condividerlo ai quattro venti con chi non ne sa apprezzare non dico il valore, ma quantomeno la fatica che ci sta dietro. Insomma, è un lavoro talmente ampio che merita di essere almeno in parte distillato e valorizzato.
Tiriamo le somme. Quali sono i problemi e le opportunità che mi si affacciano all’orizzonte? Secondo me i punti sono questi:
non riesco a star dietro ai messaggi, soprattutto quelli lunghi;
penso che in certi casi potrei ottimizzare i tempi mandando la stessa risposta a più persone o comunque creando un archivio di risposte fruibili;
mi dispiace ricevere dei soldi senza dar nulla in cambio;
mi piacerebbe conoscere (virtualmente, s’intende) chi mi sostiene economicamente;
ho un grande manuale da condividere, ma solo con chi ci tiene davvero.
Insomma, sommando tutte queste cose mi è venuta un'idea: perché non varare un sistema di abbonamenti su YouTube che possa fornire meglio tutto quello che vorrei proporre?
YouTube offre facilmente questa funzionalità che ci metterei francamente pochi minuti ad implementare: e così, con una modica spesa di qualche euro al mese, chi è interessato potrebbe sostenere il canale e in cambio ricevere qualcosa di concreto. Cosa? Facciamo qualche esempio:
una diretta esclusiva al mese, solo per gli abbonati, in modo da poter rispondere in video a certi quesiti e anche da conoscersi (potrei ricordare i nomi!);
un canale Telegram solo per abbonati in cui confrontarsi, nel senso che gli appassionati potrebbero interloquire tra loro e anch’io potrei intervenire (in questo modo, potrei anche conservare i messaggi passati e recuperarli alla bisogna);
la possibilità di partecipare a sondaggi sui prossimi video da fare, visto che questo è un argomento su cui mi scrivete in tantissimi;
magari ricevere, nell’abbonamento “top”, il manuale, diviso in una serie di puntate successive;
e poi magari poter accedere se si vuole anche altri miei scritti (vi ho mai parlato di Per chi suona la campanella?), schemi, slide eccetera.
Questo mi permetterebbe di mettere un po' d'ordine in tutto il marasma che mi trovo a gestire ma anche – scusate la franchezza – di scremare un po' le richieste: quasi tutti quelli che mi scrivono mi seguono da tempo o sono animati da sincera curiosità o ammirazione; ma, con l'aumentare dei follower, sono aumentate anche le persone che non hanno un reale interesse per queste discipline ma scrivono solo per chiedere favori che magari con la storia e la filosofia hanno poco a che fare. Solo per farvi qualche esempio, non è raro che mi scrivano ragazzini che mi chiedono risposte per i loro esercizi per casa o altri che, addirittura, mi chiedono di aiutarli a diventare famosi o influencer (!). Insomma, online c’è di tutto e non ho tempo per questo tutto.
Ecco, mettere una barriera minima, ma davvero di pochissimi euro, permetterà credo di tenere un po' a distanza i troll (non dimentichiamo che ci sono anche loro) o le persone prive di un reale interesse verso quello che faccio.
Insomma, questa sarebbe la mia idea, ma volevo tastare un po’ il terreno e sentire anche le vostre opinioni: quindi se siete dei frequentatori abituali del canale e se questa prospettiva vi interessa, datemi un vostro parere.
L’ho dato per scontato, ma è meglio sottolinearlo: ovviamente l’abbonamento non sarà per nulla obbligatorio. Tutti i video e i podcast rimarranno gratuiti e continueranno ad uscire con lo stesso ritmo (salute permettendo). Anche la newsletter continuerà ad uscire gratuitamente.
Gli abbonati riceveranno solo qualche piccola cosa in più, un segno più che altro di riconoscenza per il sostegno; soprattutto, in questo modo avranno la possibilità di farsi sentire da me un po’ di più e di creare attorno al canale una sorta di community, visto che sono convinto che molti dei frequentatori avrebbero anche piacere a confrontarsi e parlarsi tra loro (cosa che il canale Telegram potrebbe permettere di fare).
Per farmi sapere il vostro parere potete scrivermi rispondendo a questa mail (cercherò di leggere tutto al volo, giuro, senza metterci mesi, anche se non assicuro risposte immediate), ma anche votare più sbrigativamente il sondaggio qui di seguito. E grazie!
Quello che ho registrato e pubblicato
Ed ora torniamo ai nostri classici video e podcast: qui di seguito trovate quelli usciti questa settimana.
Storia della politica estera italiana 6 (1945-1955): l’Italia del dopoguerra: le scelte dei governi guidati da De Gasperi e la collocazione internazionale dell’Italia repubblicana
D’Annunzio e l’impresa di Fiume - 2: il “Natale di sangue”: come finì l’occupazione di Fiume? Per D’Annunzio piuttosto male
Le leggi elettorali nel Regno d’Italia: quali sistemi elettorali si usarono dal 1861 al 1939? Ecco una panoramica dallo Stato liberale al fascismo
L’autunno del Medioevo - Audiolibro spiegato parte 3: continuiamo la lettura integrale del capolavoro di Huizinga, concentrandoci sul pessimismo medievale
Cosa vedere al Museo del Louvre: il celebre museo parigino, presentato non solo per le sue opere d’arte ma anche per il suo valore storico-filosofico
La mistica medievale (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
Gli inglesi e la conquista dell’Australia (per il podcast “Dentro alla storia”)
Quello che puoi fare per sostenere il canale
Se quello che facciamo vi piace e volete darci una mano a farlo sempre meglio (con attrezzatura nuova, libri nuovi ed altro ancora), potete sfruttare alcune modalità di sostegno che abbiamo implementato per voi. C’è il merchandising se vi piacciono le magliette, ci sono le donazioni se vi trovate meglio con Paypal e, infine, ci sono libri e videocorsi che non fanno mai male e che ci fanno arrivare qualche centesimo di euro. Ecco i nostri consigli della settimana.
Simposio di Platone: mi sono reso conto che in questo primo anno vi ho consigliato tanti bei libri di filosofia, ma non ho ancora pescato nulla dall’ampio catalogo di Platone. Be’, vale la pena di cominciare. Partiamo dal Simposio, una delle opere più belle e allo stesso tempo più accessibili del pensatore ateniese. Il tema è l’amore e all’interno ci sono alcuni dei miti più celebri, come quello degli androgini e quello di Eros. Vi consiglio in particolare l’edizione Adelphi curata da Giorgio Colli, che costa appena 10 euro. La potete comprare qui.
Autoritratto come diario personale: siamo nell’era dell’immagine, meglio ancora del selfie. Ci facciamo un sacco di foto, spesso quasi per caso, spesso senza capire perché. Eppure anche l’autoritratto (o selfie, appunto) può essere una forma d’espressione elaborata. Su Domestika c’è un bel corso, formato da 15 lezioni a 10,90 euro complessivi, in cui la fotografa di moda Daniella Benedetti vi insegna a rendere più espressive e sensate queste foto. Se vi interessa, lo potete comprare qui.
Se poi non volete né leggere, né fare corsi, si può sempre liberamente usare Paypal. E grazie anche a chi ha già donato nelle settimane scorse!
Cosa c’è in arrivo
Chiudiamo, come sempre, con una veloce carrellata sui video che arriveranno nei prossimi giorni:
per quanto riguarda la filosofia, riprenderemo il filo su Benedetto Croce, parlando dell’economia, della politica e dell’etica;
in storia ricominceremo a parlare dei romani, concentrandoci tra l’altro proprio sugli storici latini;
uscirà poi una nuova puntata dell’audiolibro su l’Autunno del Medioevo;
infine molti podcast: in quello filosofico parleremo della Scuola di Chartres e della filosofia islamica, mentre in quello storico ci concentreremo sullo scambio biologico tra Europa e altri continenti e inizieremo anche ad introdurre la Rivoluzione americana.
Questo è tutto. Passate un bel finale d’agosto. Ci si vede il 29!
Egregio Scrip, mi permetto di darti del tu, visto che ti seguo da qualche mese sul podcast "Dentro la filosofia" e mi pare di parlare a un amico. Complimenti veramente per le tue "produzioni", di alta qualità e in gran quantità. Tutta roba buona e molto apprezzata! Vedo che leggi molto, vedi molti film e le tue riflessioni sono sempre interessanti. Che altro dire? Che sei una "macchina da guerra"! Complimenti ancora e soprattutto grazie! Bruno