Su Doctor Strange e la filosofia del Multiverso (senza spoiler), su Rovigo e Cartoni Morti, sulla Seconda guerra mondiale, il libero arbitrio, Rick Dufer, Voltaire e il complottismo
È stata una settimana molto impegnativa, ma anche piena di “ultime volte”, almeno per quest’anno scolastico: ho finito le gite (dopo un’ultima capatina a Venezia sotto la pioggia), ho finito i ricevimenti scuola-famiglia, ho quasi finito i compiti da correggere e le conferenze (l’ultima questo venerdì: attorno alle 17 dovrei parlare al Festival Biblico qui a Rovigo, quindi se siete in giro venitemi a trovare).
Insomma, si inizia a respirare l’aria dell’estate. E il programma delle cose da fare, nei mesi di vacanza, è già lungo: mi occuperò di portarmi avanti coi video, sistemerò – spero – definitivamente gli appunti di filosofia e magari ogni tanto farò anche qualche ora di sonno e qualche viaggio.
Ma è ancora presto per pensare a queste cose. Buttiamoci, intanto, sulla newsletter.
Quello che ho letto
Questa settimana in elenco ci sono due libri che ci tengono compagnia da un po’, con l’aggiunta di un nuovo volume appena uscito, molto legato al mondo di YouTube.
La fonte meravigliosa di Ayn Rand: sto continuando la lettura di questo romanzo infinito ma comunque ancora appassionante. La trama, come ho già detto più volte, è incentrata sul giovane architetto Howard Roark, che però adesso ha vissuto varie vicissitudini (ha lasciato l’architettura, poi è ritornato) e soprattutto pare pronto ad imbarcarsi in una strana storia d’amore con tratti violenti e un po’ inquietanti. Vedremo come andrà a finire, non so ancora valutare il livello complessivo del romanzo: alla fine potrei indifferentemente amarlo o odiarlo. Se vi interessa, lo potete comprare qui.
Seneca tra gli zombie di Rick Dufer: la novità della settimana è questo libriccino appena pubblicato da Feltrinelli e scritto da Rick Dufer, star della YouTube filosofica (assieme a Matteo Saudino e a pochi altri). Visto che ho letto entrambi i recenti libri di Saudino, per par condicio ho deciso di comprare anche questo e vedere cosa aveva da offrire. L’ho cominciato un paio di giorni fa ma sono già ad un quarto del volume, segno che si legge abbastanza piacevolmente (e che non è molto lungo, anche). Al di là del titolo, che all’inizio mi faceva temere per un libro un po’ troppo “pop”, in realtà mi pare che finora il livello sia buono: è un libro che vorrebbe introdurre al senso del fare filosofia oggi, soprattutto per i neofiti. Se lo si inquadra in questo modo, mi pare – almeno per ora – un esperimento riuscito. È troppo presto però per dare un giudizio definitivo: vedremo nei prossimi giorni. Intanto, se lo volete comprare, lo trovate qui.
Non ce lo dicono di Errico Buonanno: di questo libro ho già parlato in passato, perché l’ho più volte ripreso e messo in pausa. Questa settimana mi sono portato abbastanza avanti e ormai sono quasi alla fine. È un buon saggio, divulgativo e ironico senza però scadere nella banalità. Direi anzi che, per chi non è uno specialista del tema delle fake news e dei complottismi, è quasi imperdibile. Lo potete comprare qui.
Quello che ho visto
Tra le visioni di questa settimana ci sono molte cose legate al mondo dei fumetti. Per chi vorrebbe sempre e solo temi molto intellettuali, me ne scuso: tornerò presto ad argomenti più seriosi e smaccatamente storici o filosofici. Ma io amo anche qualche tono più leggero, ogni tanto.
What If…? episodi 1.3-1.4-1.5 (2021), di A.C. Bradley: questa è una serie a cartoni animati della Marvel (la trovate su Disney+) che sono stato costretto a guardare da mio figlio; a sentir lui, prima di vedere il nuovo film di Doctor Strange bisognava assolutamente recuperare questi episodi, altrimenti non si sarebbe capito nulla. Io, che ricordo la serie a fumetti dallo stesso titolo e che soprattutto conosco le strategie di marketing della Marvel, ero piuttosto dubbioso che avesse ragione, ma alla fine ho ceduto. L’impianto è semplice: si tratta di una serie antologica che racconta delle “storie alternative”, ovvero che cerca di rispondere alla domanda: «Cosa sarebbe successo (nell’universo Marvel) se un dettaglio della storia fosse andato in modo diverso?» Nei tre episodi che ho visto, nello specifico, abbiamo un mondo in cui i primi Avengers vengono tutti ammazzati prima di prendere servizio, un mondo in cui un virus zombie si sparge tra i supereroi e, soprattutto, un mondo in cui Doctor Strange tenta di tornare indietro nel tempo per cambiare il proprio passato. Serie carina, ma solo se siete appassionati del mondo Marvel, altrimenti potrebbe non dirvi granché.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022), di Sam Raimi, con Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Xochitl Gomez: di Doctor Strange 2 parlerò più diffusamente nel paragrafo intitolato “Quello che ho pensato”, che trovate tra qualche riga: lì proverò a dare una veloce interpretazione filosofica di alcuni temi del film. Rimaniamo, qui, sull'aspetto più propriamente artistico. La pellicola mi è sembrata carina anche se non perfetta, come spesso capita con i film della Marvel. Forse in questo caso mi sembra che si sia voluto mettere in fase di sceneggiatura troppa carne al fuoco, finendo per fare un po' di confusione e per creare una pellicola eccessivamente ingarbugliata. Solo per fare un esempio, i personaggi tirati in ballo anche solo per brevi sequenze sono tanti, forse troppi, e rimane l’impressione che la loro apparizione serva più che altro per preparare nuove storie future che per l’equilibrio del film in sé stesso. C'è da dire, comunque, che gli effetti speciali sono straordinari, che Benedict Cumberbatch se la cava ancora piuttosto bene nel ruolo del Dottor Strange e che la regia di Sam Raimi è riconoscibilissima e molto adatta alla pellicola (le citazioni de La casa abbondano). Insomma, un film ampiamente promosso, anche se forse non indimenticabile.
Vi mostro cosa c’è a Rovigo (senza nebbia) (2022) di Andrea Lorenzon: nei giorni scorsi è arrivato a Rovigo, la mia città, Andrea Lorenzon, che forse conoscete meglio come l’autore di Cartoni morti, serie molto seguita su YouTube (ha più di un milione di iscritti, per dire). Da qualche tempo Lorenzon però, oltre ai suoi soliti cartoni, fa anche delle capatine veloci in alcune città per presentarle ironicamente al grande pubblico. Ora è toccata a Rovigo. Se v’interessa sapere dove abito, qui trovate il suo video.
Quello che ho pensato
Ogni anno faccio svolgere ai miei studenti un lavoro di approfondimento che mette insieme la storia, la filosofia e l'educazione civica. Un lavoro che è abbastanza impegnativo per loro ma anche per me, visto che poi mi trovo a correggere montagne di compiti; è però un lavoro che allo stesso tempo mi sembra intrigante e utile per la maturazione di un pensiero autonomo su alcune tematiche.
Gli argomenti che propongo di anno in anno si legano al programma che affrontiamo in classe: in terza, ad esempio, c'è il tema del libero arbitrio, in quarta c'è quello del senso della religione, in quinta quello sul ruolo delle donne e così via. Faccio leggere alcuni brani di filosofi e storici, faccio leggere un romanzo di narrativa e vedere un film hollywoodiano e poi chiedo a loro di elaborare un pensiero sull'argomento, traendo spunto (anche) da tutte quelle fonti. A volte il risultato è qualcosa di molto interessante, altre volte gli esiti sono più modesti; ma in ogni caso quest’attività li spinge a mettersi in gioco e a lavorare sulla storia e sulla filosofia in modi diversi dal solito.
Uno degli argomenti che propongo sempre, come detto, è quello del libero arbitrio, che si lega a tanti filosofi, da Agostino a Tommaso, dagli stoici a Leibniz, ma anche alla storia, se si pensa alla Riforma di Lutero e di Calvino. Al gruppo che deve affrontare quella argomento faccio leggere di solito Rapporto di minoranza e altri racconti di Philip K. Dick e vedere Vero come la finzione di Marc Forster, opere che parlano proprio di destino e libertà. Forse però ora un altro film che ben si presterebbe all'argomento è Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che, come avete letto, ho visto nei giorni scorsi.
Non ho intenzione di fare spoiler sulla trama del film, ma penso che si possa liberamente parlare del concetto di multiverso, visto che la Marvel l'ha già utilizzato in serie TV e pellicole nei mesi scorsi. Un concetto che tra l'altro non si è certo inventata la Marvel: nei fumetti viene utilizzato da almeno 60 anni, dalla celebre storia del “Flash dei due mondi”, ma in generale è un classico della fantascienza. Ed è un argomento che pone delle questioni molto interessanti anche in ambito filosofico.
Per farla breve, quella del multiverso è una concezione secondo cui esistono molti universi paralleli, tutti incredibilmente simili tra di loro ma differenti per pochi significativi particolari. In genere, in tutti questi universi ci sono infatti le stesse persone: c’è Capitan America, c’è Barack Obama, c’è Ermanno Ferretti; abbiamo tutti gli stessi nomi, le stesse facce. In ogni universo parallelo c’è cioè un altro noi stesso, che però non sarà esattamente identico a noi, perché nella sua esistenza si sarà trovato ad interagire con persone lievemente diverse e avrà fatto anche scelte lievemente diverse.
L'interesse filosofico riguardo a questo tema è duplice: da un lato, infatti, questo escamotage narrativo permette di introdurre il tema degli infiniti mondi possibili che è stato affrontato con un certo peso da Leibniz, filosofo tedesco vissuto tra il '600 e il '700; dall'altro, ci consente di riflettere sulla libertà e appunto il destino. Vediamo velocemente entrambi i temi.
Per quanto riguarda il primo argomento, quello degli infiniti mondi possibili, anch’esso è un tema classico (della filosofia cristiana). Secondo la dottrina tradizionale, infatti, Dio ha creato il nostro mondo scegliendo di crearlo in questo modo. Avrebbe infatti, visto che è onnipotente, potuto farlo anche diversamente; ma dopo aver considerato tutte le possibili alternative ha scelto di realizzare proprio questo mondo, così com’è. Secondo Leibniz, Dio ha operato questa scelta perché questa dev’essere necessariamente quella che meglio si adatta al suo progetto, quella che cioè ha tutte le carte in regola per raggiungere lo scopo che Dio si è prefissato. Per questo Leibniz affermava risolutamente che il nostro era «il migliore dei mondi possibili».
Ebbene, nel multiverso in salsa Marvel emergono chiaramente mondi migliori e mondi peggiori, ma non sembra esserci una mente dietro alle varie alternative, non sembra esserci spazio per Dio; eppure, le immagini dei vari mondi paralleli consentono di far capire abbastanza chiaramente ai ragazzi cosa intendeva Leibniz quando parlava delle alternative nella mente di Dio.
Ancora più interessante, però, è la questione della libertà. Sul tema ho intenzione di fare presto un video in modo da sviscerare più dettagliatamente tutti questi argomenti, ma intanto direi che si può sottolineare questo: l'argomento del doppio, cioè della presenza di altre persone in tutto simili a noi ma che hanno vissuto in contesti diversi, porta infatti all’attenzione una questione incredibilmente interessante, se cioè siamo liberi o condizionati dall'ambiente, e fino a che punto eventualmente lo siamo.
Tutta la ricerca sociale e in parte anche filosofica negli ultimi decenni ha infatti mostrato che l'ambiente e la genetica influiscono in modo incredibilmente forte su quello che pensiamo e quindi, di conseguenza, su quello che facciamo. Il che ha portato alcuni filosofi a chiedersi se noi siamo effettivamente liberi oppure no. Libero arbitrio significa infatti, in primo luogo, poter scegliere tra varie diverse alternative: se godiamo di quella libertà significa che possiamo fare A o B, o C, o D, o E, o F, o altro ancora, senza che la nostra scelta tra l'una o l'altra opzione sia obbligata.
Tendenzialmente e ingenuamente siamo convinti che tutte le nostre scelte funzionino in questo modo: che noi abbiamo davanti tante possibili strade e che scegliamo di imboccarne una. Molto spesso, però, a guardare più in profondità ci si accorge che il range di scelte tra cui possiamo optare è molto più limitato di quanto ci aspetteremmo.
Facciamo un esempio molto concreto che attanaglia spesso i miei studenti. Studiando la filosofia antica infatti in molti si chiedono come mai in passato non ci fosse nessun filosofo smaccatamente ateo, o comunque che il numero degli atei fosse estremamente minoritario. È chiaro che in certi periodi storici dichiararsi atei era pericoloso, ma possiamo credo ragionevolmente ammettere che in realtà nel Medioevo gli atei, a parte casi eccezionali, sostanzialmente non c’erano. E questo non tanto perché essere atei fosse vietato, quanto piuttosto perché la mentalità del tempo non concepiva neppure più di tanto l'ateismo. Detta in altri termini: c'era la libertà potenziale di essere atei, ma visto che quasi nessuno pensava alla possibilità della non-esistenza di Dio, di fatto nessuno sceglieva di essere ateo. È vero forse che siamo liberi di fare una scelta qualsiasi, ma se quella possibile scelta neppure ci viene in mente, neppure la pensiamo, di fatto per noi non esiste.
Questo è vero in moltissime altre cose: il nostro carattere limita le nostre azioni; la nostra cultura e il modo in cui siamo stati educati limitano le nostre azioni; il nostro grado di istruzione limita le nostre opzioni; le interazioni con certe persone piuttosto che con altre persone limitano le nostre opzioni. Di fatto non abbiamo, nelle scelte quotidiane, centinaia di possibilità: per tutta una serie di circostanze che non dipendono da noi, le nostre possibilità sono poche. Qualcuno, ovvero chi sostiene che il libero arbitrio non esista, dice addirittura che la nostra opzione sia sempre stata una sola e che quindi non siamo responsabili delle nostre scelte. Io, al momento, non sono così drastico, ma ritengo anche che effettivamente il range sia abbastanza limitato.
Come si lega tutto questo al multiverso? Be’, la risposta è semplice: visto che in ogni universo parallelo esiste una nostra copia, gli immaginari viaggi in questo multiverso permettono di confrontare la vita di uno di noi con la vita degli altri noi e di vedere se le scelte sono sempre state identiche e in quale misura hanno differito. La Marvel, che s’interessa più del budget che della filosofia, chiaramente usa l’espediente per creare una trama narrativa interessante, ma la sua scelta non mi pare comunque stupida.
In varie opere, infatti, la Marvel sembra sostenere l'idea che il nostro carattere ci condizioni parecchio ma che esista comunque una parte di libertà. Se un personaggio infatti si dimostra altruista, finirà per essere altruista in tutti i mondi paralleli; poi potrà capitare che in certi universi sfogherà il proprio altruismo in un modo e in altri in un altro, ma quel tratto lo condizionerà ovunque.
Allo stesso modo un personaggio arrogante finirà per essere arrogante in tutte le sue versioni parallele, anche se in certi mondi quella arroganza finirà per consumarlo e farlo diventare crudele e cattivo, mentre in altri universi il soggetto riuscirà magari a tenere sotto controllo questo suo tratto caratteriale, senza rovinare completamente la propria vita.
Lo stesso dicasi per i rapporti di coppia: secondo la Marvel due personaggi che sono attratti l'uno dall'altra lo saranno in tutti gli universi paralleli, ma se i loro caratteri saranno poco conciliabili finiranno per vivere un rapporto contrastato in tutte le loro versioni, anche se questo rapporto contrastato potrà terminare in modi anche molto diversi tra loro.
Questa è una prospettiva che, al di là della spettacolarizzazione hollywoodiana, sicuramente merita una riflessione. Io penso in realtà che in un ipotetico mondo parallelo la mia vita sarebbe abbastanza differente da quella di oggi, soprattutto perché mi sembra che siano spesso le piccole scelte casuali a influenzare pesantemente la nostra esistenza.
Ad esempio, in vari casi l'incontro col proprio partner è un evento fortuito; la possibilità di finire a lavorare in un certo posto di lavoro è a sua volta spesso un caso fortuito; il successo o l'insuccesso sono anch'essi l’effetto di casi spesso fortuiti, almeno nella scintilla da cui tutto parte. Io probabilmente sarei molto simile a me stesso anche in altri mondi paralleli, visto che sarei dotato dello stesso carattere, magari interessato alle stesse cose e con gli stessi pregi e difetti; però forse, al di là del carattere, sarebbe la mia vita ad essere diversa.
Magari non insegnerei nel mio liceo e quindi non avrei mai aperto un canale YouTube. Magari non sarei sposato con la stessa donna e di conseguenza non avrei quattro figli, ma solo uno o due. Sarei sempre io, ma influenzato da una serie di circostanze diverse che, nel corso degli anni, avrebbero finito per cambiarmi. Al di là del mio carattere, l’uomo che sono oggi è figlio anche delle esperienze, dell’interazione con mia moglie, coi miei amici, coi miei figli e coi miei studenti; delle cose tentate e riuscite e delle cose tentate e fallite; della fiducia che qualcuno mi ha dato e della fiducia che qualcun altro non mi ha dato.
Insomma, non sarei lo stesso. Sarei come un gemello cresciuto dall’altra parte del mondo, che dopo tanti anni si scopre ormai molto diverso, interiormente, dal gemello cresciuto nel luogo d’origine. O almeno credo. Voi cosa ne pensate?
Quello che ho registrato e pubblicato
Facciamo il punto anche sui soliti sette video (anzi, cinque video e due podcast) usciti questa settimana.
Tutta la Seconda guerra mondiale in un’ora: in vista degli Esami di Stato, ecco un bel mega-ripasso di tutta la Seconda guerra mondiale
La seconda Guerra Fredda: all’inizio degli anni '80 le tensioni tra USA e URSS, che erano sopite ormai da parecchi anni, tornarono a crescere. Ecco perché
Storia delle città: le città medievali: continua la nostra serie sulle città, parlando dei comuni italiani e più in generale delle città del Medioevo
“Il Principe” di Machiavelli - Audiolibro parte 2: due nuove puntate, questa settimana, sul capolavoro di Machiavelli. Ecco la prima…
“Il Principe” di Machiavelli - Audiolibro parte 3: …e qui invece trovate la seconda
Dubbio e verità per Agostino (per il podcast “Dentro alla filosofia”)
Famiglia, matrimonio e feudalesimo nel Settecento (per il podcast “Dentro alla storia”)
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Candido di Voltaire: questa settimana vi consigliamo un classico, semplice ma ancora appassionante, dell’Illuminismo francese. Si tratta di un breve racconto filosofico di Voltaire pubblicato per la prima volta nel 1759 in cui il pensatore francese ironizza sull’ottimismo, o, meglio, su quell’ottimismo ingenuo “alla Leibniz” a cui anche prima abbiamo fatto un veloce riferimento. È una lettura semplice ma interessante ed è sicuramente uno dei primi passi per avvicinarsi al mondo della filosofia. Lo si compra qui.
Bullet journal creativo: pianificazione e creatività: sapete cos’è il “bullet journal”? Si tratta di una pratica che va abbastanza di moda in America, che però in effetti offre qualche vantaggio, sia dal punto organizzativo che creativo e c’è chi ci si trova molto bene. Questo corso offerto da Domestika costa poco e aiuta a sfruttare queste tecniche per la creatività. Il corso si trova qui.
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Cosa c’è in arrivo
Chiudiamo, come al solito, con una panoramica su quanto dovrebbe uscire nelle prossime settimane:
arriverà un video (di cui ho già scritto nelle righe precedenti) che mi piacerebbe intitolare Filosofia del Multiverso o qualcosa del genere e lì parleremo ancora di mondi paralleli e scelte etiche;
se ci riesco, mi piacerebbe fare un video da un’ora sulle tre critiche kantiane (!);
ci saranno molti podcast, su Agostino e sulla rivoluzione agricola del '700;
mi piacerebbe anche tornare a fare una diretta, ma non so ancora né su cosa né quando.
E questo, anche per questa settimana, è tutto. Ci vediamo presto, qui, su YouTube, su Spotify, ovunque.
C'è anche da considerare l'epoca storica e il luogo in cui uno nasce come influenze esterne che possono mutare in modo determinante la crecita e la vita di una persona.
Un Leonardo da Vinci nato in Cina oggi (ma anche in occidente) difficilmente avrebbe potuto coltivare sia le competenze artistiche che tecniche per le quali oggi lo consosciamo. La forsennata richiesta di specializzazione del mondo moderno non avrebbe lasciato facilmente spazio allo studio approfondito di più mestieri e di ambiti artistici.