La guerra in Ucraina continua, col suo carico di morti, di distruzioni; per fortuna, nonostante le leggi liberticide in Russia, qualche voce fuori dal coro nel paese di Putin continua a farsi sentire, e ci dà speranza che l’opposizione al regime sia più forte di quello che può sembrare; e, d’altra parte, credo anche che le sanzioni comincino a pesare.
Il problema credo sia l’incapacità di molti di comprendere i discorsi complessi. Premetto che non ho seguito queste discussioni ma ho notato nel corso degli ultimi anni un generale impoverimento del linguaggio, ma anche la tendenza a dover ridurre tutto ai minimi termini, un’estrema semplificazione che porta talvolta a banalizzare i fatti. Questo fenomeno purtroppo è visibile non solo alla tv con questi programmi il cui scopo è solo nutrire il bisogno continuo di avere notizie ma anche sui social. L’effetto Dunning Kruger ormai regna sovrano e pensare che per avere contezza delle cose occorre nutrirsi di complessità. Personalmente trovo deprimente tutto questo. Sarebbe interessante approfondire il tema della complessità e della ricerca delle fonti, penso possa essere un argomento interessante anche per giovani studenti che si affacciano a questo mondo che è sempre più complesso.
Buongiorno, è vero che spesso noi vogliamo sentirci dire cose che confermino il nostro pensiero e che alimentino la nostra tifoseria o che comunque dicano con chiarezza "questo è buono, quello è cattivo" (seguo da qualche anno Dario Fabbri e mai, come invece fa adesso da quando è tutte le sere in TV, l'avevo sentito premettere: Naturalmente è terribile che ci siano i morti, e cose di questo genere: le dava per scontate e procedeva col suo discorso), però alcune analisi, vedi quella di Luciano Canfora, che è piena di cose false, e quelle di Donatella Di Cesare (Zelensky è responsabile di tutti i profughi ucraini e ha la colpa di non essere stato democratico in questi anni), secondo me sono inascoltabili non per la troppa "accademicità", ma proprio perché sono fuori da ogni ragionamento accettabile.
Il problema credo sia l’incapacità di molti di comprendere i discorsi complessi. Premetto che non ho seguito queste discussioni ma ho notato nel corso degli ultimi anni un generale impoverimento del linguaggio, ma anche la tendenza a dover ridurre tutto ai minimi termini, un’estrema semplificazione che porta talvolta a banalizzare i fatti. Questo fenomeno purtroppo è visibile non solo alla tv con questi programmi il cui scopo è solo nutrire il bisogno continuo di avere notizie ma anche sui social. L’effetto Dunning Kruger ormai regna sovrano e pensare che per avere contezza delle cose occorre nutrirsi di complessità. Personalmente trovo deprimente tutto questo. Sarebbe interessante approfondire il tema della complessità e della ricerca delle fonti, penso possa essere un argomento interessante anche per giovani studenti che si affacciano a questo mondo che è sempre più complesso.
Buongiorno, è vero che spesso noi vogliamo sentirci dire cose che confermino il nostro pensiero e che alimentino la nostra tifoseria o che comunque dicano con chiarezza "questo è buono, quello è cattivo" (seguo da qualche anno Dario Fabbri e mai, come invece fa adesso da quando è tutte le sere in TV, l'avevo sentito premettere: Naturalmente è terribile che ci siano i morti, e cose di questo genere: le dava per scontate e procedeva col suo discorso), però alcune analisi, vedi quella di Luciano Canfora, che è piena di cose false, e quelle di Donatella Di Cesare (Zelensky è responsabile di tutti i profughi ucraini e ha la colpa di non essere stato democratico in questi anni), secondo me sono inascoltabili non per la troppa "accademicità", ma proprio perché sono fuori da ogni ragionamento accettabile.
Grazie
Paola M.N. Delogu